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Mattia Ennas non si è ucciso: riaperto il caso del 19enne di Cagliari

Mattia Ennas, 19 anni, è precipitato dall’ultimo piano di un palazzo a Mulinu Becciu (Cagliari), il 25 agosto scorso. Archiviato come suicidio, il caso è stato riaperto in questi giorni per ‘morte in conseguenza di un altro reato’. Quella notte, infatti, Mattia era stato attirato da una ragazza e derubato dai suoi complici. Nel palazzo da dove è caduto, secondo le ipotesi investigative, Mattia era forse andato per recuperare il proprio telefonino.
A cura di Angela Marino
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La Procura ha riaperto le indagini per la morte di Mattia Ennas, il ragazzo di Cagliari trovato cadavere la notte del 25 agosto dopo una serata in discoteca con amici, a Mulinu Becciu, quartiere dormitorio di Cagliari. E questa volta gli inquirenti hanno fatto un passo  in più, hanno ipotizzato la ‘morte in conseguenza di un altro reato'. Mattia, insomma, al contrario di quanto concluso nella prima indagine, non si sarebbe suicidato, ma sarebbe morto perché vittima di un altro reato. E in lista c'è sicuramente la rapina: fu lo stesso Mattia, la notte della sua morte, a raccontare di essersi appartato con una ragazza sulla spiaggia e di essere stato da questa derubato dei soldi e del telefonino. Non è escluso tuttavia che il fascicolo possa presto includere il reato di omicidio, anche per permettere indagini più estese. Il caso è stato riaperto a seguito di un esposto presentato in procura dall'avvocato della famiglia Ennas, Gianfranco Piscitelli.

I fatti risalgono a un mese fa. Mattia, 19enne che organizzava eventi, originario di Quartu Sant'Elena, piccolo comune in provincia di Cagliari, esce per andare in discoteca. Alle 3 del mattino invia un videomessaggio al fratello che vive in Germania. Sta bene, è felice. Poco dopo esce dalla discoteca per appartarsi con una ragazza sulla spiaggia di Poetto, ma le cose non vanno esattamente come se le era immaginate. Mattia viene derubato da alcuni complici della ragazza, che evidentemente lo aveva avvicinato per sottrargli portafogli e telefonino. A questo punto, Mattia, da solo, adirato e deluso, decide di prendere un taxi per tornare a casa. A metà corsa il tassista gli chiede  di scendere perché, con gli abiti inzuppati di acqua di mare, sta bagnando tutta la tappezzeria della vettura.

Mattia scende nel Quartiere del Sole, percorre un lungo tratto a piedi, in compagnia di altri ragazzi che stavano tornando a casa e poi chiama un amico per farsi venire a prendere, chiedendo in prestito il cellulare a uno di loro. Dopo poco arriva l'amico in auto in compagnia della sua fidanzata, fa salire Mattia, che gli racconta la sua brutta avventura, e lo accompagna dritto a casa. Sono le sette del mattino. Arrivato davanti al portone, il 19enne ci ripensa e, invece di entrare in casa, si dirige alla fermata del bus dove prende un mezzo diretto a Mulinu Becciu, quartiere dormitorio di Cagliari, dove non ha amici né contatti. È forse riuscito nell'intento di localizzare il suo telefono e, probabilmente, vuole tentare di recuperarlo, ma sono solo ipotesi. L'unica certezza è che Mattia entra in un palazzo in cui non era mai stato. Dopo pochi minuti dal suo ingresso. il ragazzo precipita dall'ultimo piano schiantandosi sull'asfalto. Quegli inquietanti fotogrammi ripresi dalla videocamera di sorveglianza puntata sul palazzo sono ora all'attenzione della Procura.

Sono convinta che Mattia non era solo su quel terrazzo – dice a Giallo, Ornella Mallus la mamma del 19enne – mio figlio non si è suicidato, c'è dell'altro dietro la sua morte. Spero che gli inquirenti possano presto fare luce su quanto è successo. Della ragazza della spiaggia di Poetto e dei suoi complici, intanto, non ci sono notizie.

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