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Livorno: litigano per la cucina in disordine, il figlio accoltella e uccide il padre

Francesco Biagi, 28 anni, ha colpito il genitore Stefano Biagi, 64 anni, durante una lite nella cucina della loro casa a Venturina. Ora il 28enne, ricercatore in chimica, è in carcere a Livorno. Deve rispondere di omicidio volontario aggravato dai futili motivi. Non era la prima volta, secondo la ricostruzione dei carabinieri, che il ragazzo aggrediva il padre.
A cura di Biagio Chiariello
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La vittima, Stefano Biagi
La vittima, Stefano Biagi

Hanno cominciato a litigare perché la cucina era in disordine. Poi all’improvviso il diverbio è degenerato: il figlio avrebbe perso il controllo colpendo il padre con due coltellate all’addome, che si sono rivelate fatali. Omicidio nella mattina di ieri, sabato 20 marzo in un appartamento di Venturina, piccolo centro termale frazione di Campiglia Marittima, nel Livornese, dove un uomo di 64 anni, Stefano Biagi, è morto per i fendenti inferti dal figlio Francesco, 28 anni. I carabinieri hanno fermato il ragazzo e lo hanno portato in caserma per interrogarlo. Poi è scattato l'arresto e il trasferimento alle Sughere. Deve rispondere di omicidio volontario aggravato dai futili motivi.

A dare l’allarme è stata la moglie della vittima, insospettita da un rumore proveniente dalla cucina. Una volta arrivati nell'abitazione i medici del 118 hanno tentato tutte le manovre per rianimare l'uomo. Che però è deceduto sul posto. Il figlio è rimasto in silenzio, sotto choc, davanti ai militari dell'Arma intervenuti. In silenzio anche la madre, insegnante e conosciuta da centinaia di studenti. Entrambi saranno comunque sentiti nelle prossime ore dagli inquirenti. Non era la prima volta, secondo la ricostruzione dei carabinieri, che il ragazzo aggrediva il padre.

Francesco era seguito da uno psichiatra. Secondo una prima ricostruzione degli investigatori, il 28enne, ricercatore in chimica, in qualche modo riteneva responsabili i genitori della sua situazione di sofferenza e disagio. "È una storia tristissima, l’intera comunità è sotto choc — dice al Corriere della Sera Alberta Ticciati sindaco di Campiglia Marittima — Qui tutti si conoscono e la famiglia Biagi è molto stimata. Non sapevo che il figlio fosse in cura per problemi mentali. Ma in questo momento così difficile — conclude — dobbiamo stringerci attorno alla vedova e ai figli, non possiamo abbandonarli".

Stefano Biagi lavorava come ingegnere all'acciaieria Magona di Piombino dove era molto stimato. "Stefano – racconta una di loro al Telegrafo di Livorno – come accade in questo periodo alternava la presenza in ufficio allo smart working da casa, per cui ci vediamo con meno frequenza. Ma ieri era venuto in Magona e ci eravamo parlati per qualche istante. È terribile quanto è accaduto, non riesco a spiegarmelo. Lui parlava sempre della sua famiglia in modo positivo, era una brava persona, è davvero difficile spiegare ciò che è successo".

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