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Leonardo, cade nel vuoto e muore in ospedale. Infermiera cercò di afferrarlo: “Non voleva suicidarsi”

Esposto per la morte del 21enne Leonardo Riberti, che ha perso tragicamente la vita durante un ricovero al Maggiore di Bologna. Dopo un primo tentativo di fuga, era stato chiamato uno psichiatra ma era impegnato in una emergenza, poi il dramma.
A cura di Biagio Chiariello
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Si sarebbe gettato da una finestra dell’ospedale Maggiore di Bologna, nelle prime ore del mattino di martedì scorso, Leonardo Riberti, 21enne di Ferrara, deceduto a seguito della caduta.

Ma sulla sua morte il padre, Davide Riberti, avvocato civilista, chiede che venga fatta piena luce. Leonardo era un paziente psichiatrico, il genitore è convinto che volesse solo scappare.

Stando alle prime ricostruzioni, dopo un primo tentativo di fuga sarebbe stato chiamato uno psichiatra per un consulto ma era impegnato in un’emergenza.

E un’infermiera avrebbe tentato di afferrarlo prima che Leonardo si lanciasse dalla finestra. Se per l’azienda ospedaliera si è trattato di un un "suicidio", la famiglia, seguita dall’avvocato Fabio Anselmo, ha fatto denuncia ipotizzando i reati di omicidio colposo e abbandono d’incapace.

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Il giovane era stato ricoverato il venerdì precedente in psichiatria all’ospedale di Cona, in preda ad allucinazioni. Il 21enne, secondo quanto emerge, aveva da tempo problemi psichiatrici, acuitisi nel corso del lockdown.

Lunedì mattina, in reparto, ingerisce la pedina di un gioco da tavolo. La sera viene trasferito al Maggiore per rimuoverla. Alle otto del mattino di martedì, il padre riceve  una telefonata dal nosocomio felsineo, che gli annunciava la tragica fine di suo figlio, avvenuta verso le 4,30 del mattino, dopo un primo tentativo di fuga, che sarebbe avvenuto qualche ora prima.

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Ora il papà vuole chiarezza: "Chiedo che siano accertate le negligenze. Chiedo perché Leonardo è andato al Maggiore (da Cona, ndr) senza che ci fosse con lui personale specializzato. Voglio sapere se i medici avevano avuto la sua cartella clinica: era un paziente a rischio, altre volte aveva tentato di fuggire. In ospedale un medico mi ha abbracciato piangendo e mi ha detto: ‘Non mi avevano informato che aveva questi problemi'. Perché non è stato sorvegliato dopo il primo tentativo di fuga? Perché non è stata chiesta la visita di un esperto, non è stato piantonato o legato? E ancora: la finestra per me non era bloccata a metà ma aperta: mio figlio non poteva passare da una fessura di venti centimetri. E come si può chiamare un padre solo alle 8 del mattino?".

L'uomo è convinto che il figlio abbia saltato dal terrazzo per raggiungere le scale antincendio e fuggire. Ma è finita in tragedia.

L’Ausl ha avviato un’inchiesta interna. "In merito al suicidio del 21enne, la direzione esprime le più sentite condoglianze ai famigliari, avendo già avviato i doverosi accertamenti messi in campo per gli eventi sentinella", si legge in una nota. Agli atti ci sono anche video delle telecamere di sorveglianza che inquadrano il ragazzo.

L'Ospedale Maggiore di Bologna
L'Ospedale Maggiore di Bologna

"Come si può dire che si è suicidato?", continua il padre. "Sabato mattina ho consegnato mio figlio a un reparto di psichiatria. Doveva essere curato, protetto. È morto. Leonardo era diplomato, non aveva mai commesso reati, mai tentato il suicidio. Sarebbe dovuto andare in una clinica, aveva deciso di curarsi perché stava male. Sono state omesse responsabilità gravissime".

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