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La famiglia speciale racconta la sua normalità: tre figli autistici che non si arrendono

Una famiglia speciale con tre figli nello spettro autistico. Mamma e papà raccontano: “Abbiamo chiesto aiuto ai nostri amici e ora siamo felicissimi di uscire di casa e i ragazzi vivono senza paura”.
A cura di Elia Cavarzan
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A Villafranca di Verona, mamma Monia Gabaldo, medico genetista all'ospedale di Mantova, e papà Gabriele Selmo di professione bancario sono i genitori di tre bambini "normali". Liam, Derek e Colin sono tre bambini con la certificazione di autismo lieve, moderato e grave. "Ma la loro certificazione non deve essere un motivo per affermare la diversità", raccontano i genitori, "siamo diventati capaci di trovare il nostro posto nella società e viviamo lasciandoci contaminare e contaminando la reta amicale che ci sostiene. Se si continua a considerarli diversi da tutti gli altri perdiamo tutti".

Nel 2018, Gabriele e Monia, ricevettero la diagnosi per i loro tre figli: "questo non ci ha demoralizzato, anzi, siamo stati stimolati ad interrogarci, a stimolare i bimbi sempre di più. Non vogliamo che la loro certificazione li aiuti ad avere corsie preferenziali davanti ad un ufficio scolastico. Crediamo che invece, giorno dopo giorno, sfida dopo sfida, la loro manualità, il loro sviluppo cognitivo, la loro socialità debba essere stimolata".

Durante i pomeriggi, Liam, Derek e Colin hanno trovato felice dimora presso la squadra di baseball locale, Wizards Azzurra baseball di Villafranca, "sono i compagni di squadra che accompagnano i bimbi base dopo base, battuta dopo battuta", racconta Monia, "in pochi anni siamo arrivati ad essere una famiglia come tutte le altre. Prima, i bambini non comunicavano nemmeno tra di loro, non ci dicevano neanche se avevano fame e sete, ora invece, giocano insieme, ci parlano, ci domandano qualsiasi cosa, sono curiosi, giocano con i loro compagni".

Il racconto di Monia e Gabriele mette i brividi. Normalmente eroi. "Uscire di casa è stato per noi una salvezza. Dovevamo metterci alla prova con ciò che la nostra famiglia poteva regalare e donare a questa società".

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