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Il tweet di Vittorio Feltri non fa ridere: in uno stupro non c’è nulla di divertente

In un tweet Vittorio Feltri ha espresso ammirazione per Genovese che “ha scopato una ragazza per 20 ore”. Cosa ci sia da apprezzare in uno stupro è qualcosa che esula dall’umana comprensione: non c’è nulla di cui andare fieri in una violenza sessuale, ma il fatto che si sia scelto di solidarizzare con un presunto stupratore e non con la donna abusata non è casuale.
A cura di Natascia Grbic
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"Siamo d'accordo: bisogna condannare Genovese se ha stuprato. Però un pizzico d'ammirazione egli lo merita: ha scopato una ragazza per 20 ore. Il mio record è 6 minuti lordi". La ‘battuta esilarante' è stata partorita dalla mente del giornalista e politico Vittorio Feltri, che oggi ha deciso di fare ironia su uno dei casi di cronaca più cruenti dell'ultimo anno: quello dell'imprenditore Alberto Genovese, accusato di aver stuprato per ore una giovane. Il tweet è durato mezz'ora, ed è poi stato cancellato. Non per un atto di lucidità, ma per gli insulti arrivati al giornalista. Che, anzi, poi rincara la dose, dicendo che "il senso dell’umorismo medio su Twitter è pari a quello di una lumaca bollita".

Cosa ci sia da ammirare in uno stupro, non è dato sapere. Cosa ci sia da ridere su uno stupro, non è dato sapere. Perché tra tante battute che si sarebbero potute fare su qualsiasi argomento sia stato scelto quello della violenza sessuale, invece è ben noto. Viviamo in una società dove alle donne che vengono molestate, che sia tra amici o sul posto di lavoro, viene detto da una vita: ‘e fatti una risata, sei acida'. La frase di Feltri è figlia di questo: un modo di pensare che vede l'uomo come un latin lover, il maschio che non deve chiedere mai, e la donna che deve essere felice di ricevere attenzioni sessuali. Anche quando non sono richieste.

Per questo poi ci troviamo davanti a questi episodi, con Feltri che sceglie non di solidarizzare con una donna abusata, ma di esprimere ammirazione per uno che "ha scopato una ragazza per 20 ore". Poco importa che ci potremmo trovare di fronte a uno stupro e non a un rapporto sessuale consenziente, e che quelle ore lei se le porterà dietro per il resto della vita, con conseguenze psicologiche che potrebbero condizionarle l'intera esistenza. Stupro e sesso non sono la stessa cosa, e il fatto che si possa pensare anche solo lontanamente che ci sia qualcosa di cui andare fieri in una violenza, come se fosse una prestazione sessuale, è un pensiero figlio di una società che ha fatto del patriarcato uno dei suoi pilastri fondanti. Che vede le donne come una proprietà, oggetti che gli appartengono e di cui disporre a piacimento: e sì, lo stupro per loro sarà pure da condannare, ma due pacche sulle spalle alla fine della fiera qualche uomo se le dà sempre.

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