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Ultime notizie sul caso Chico Forti

Il Governo chiede il trasferimento in Italia di Chico Forti

La Ministra della Giustizia, Marta Cartabia, ha indirizzato al Dipartimento di Giustizia americano, per l’esattezza all’attorney general Merrick B. Garland, una lettera sul caso del connazionale Chico Forti, detenuto da oltre 20 anni in Florida per omicidio, per chiedere che venga trasferito “quanto prima” in Italia.
A cura di Ida Artiaco
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La Ministra della Giustizia, Marta Cartabia, ha indirizzato al Dipartimento di Giustizia americano, e per l'esattezza all'attorney general Merrick B. Garland, una lettera sul caso del connazionale Enrico Forti, meglio conosciuto come Chico, condannato per omicidio nel 2000 negli Usa alla pena dell'ergastolo e attualmente recluso in un penitenziario della Florida. Come riporta l'AdnKronos, Cartabia, che già ai primi di marzo aveva scritto al Governatore dello stato a stelle e strisce, è tornata ad occuparsi del caso, chiedendo stavolta l'interessamento personale dell'attorney general, nell'auspicio che Forti, dopo oltre 20 anni già trascorsi in carcere in America, possa essere trasferito quanto prima in Italia, per scontare la pena nel suo paese d'origine.

Chico Forti, ex velista e produttore televisivo, è detenuto negli Stati Uniti, dove è stato condannato all'ergastolo per l'omicidio di Dale Pike, avvenuto il 15 febbraio 1998, al quale si è sempre dichiarato estraneo. Lo scorso 23 dicembre il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, ne aveva annunciato il ritorno in Italia. Proprio ieri lo zio Gianni Forti aveva lanciato un appello al governo italiano affinché intercedesse per farlo finalmente tornare a casa. "A Natale sembrava cosa fatta, ma sono passati sei mesi e ancora nulla è successo. Psicologicamente è stremato e in attesa ogni giorno che si sblocchi l'iter", aveva sottolineato l'uomo, aggiungendo che "l'ultima mail di Chico è della settimana scorsa: si trova ancora in un carcere statale della Florida. Per l'estradizione in Italia deve essere prima trasferito in una prigione federale dal Dipartimento di giustizia americano. Se il governo italiano non sollecita gli americani, loro di certo non si fanno prendere dalla fretta".

Al centro dei ritardi ci sarebbe una questione burocratica: i documenti, che il dipartimento della giustizia degli Stati Uniti avrebbe dovuto mandare al ministero della Giustizia per accordarsi sulla commutazione della pena e relativo trasferimento, non sarebbero mai arrivati in Italia. Secondo Gianni Forti "senza questi documenti Chico non può rientrare. Dall'annuncio del ministro Di Maio sembrava che sarebbero passate poche settimane, lo aspettavamo il 14 febbraio per il compleanno della mamma che ha compiuto 93 anni, poi a Pasqua, infine a maggio. Invece, ancora niente. Siamo fermi al palo". La Farnesina aveva già risposto alla famiglia Forti, sottolineando che "quella relativa al trasferimento in Italia è una procedura complessa che vede coinvolte diverse amministrazioni degli Stati Uniti, in particolare lo Stato della Florida e il Dipartimento della Giustizia federale degli Stati Uniti", aggiungendo: "Da parte italiana, in questa fase il ministero della Giustizia italiano segue direttamente la fase del trasferimento. Contestualmente l’ambasciata italiana a Washington e la Farnesina seguono gli sviluppi del caso. Nel frattempo lo Stato della Florida ha di recente trasferito il signor Forti in un penitenziario utilizzato per i detenuti in attesa di trasferimento".

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