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Il Giappone reagisce contro i “terroristi del sushi”: indagini, telecamere e arresti

In Giappone inchieste e anche alcuni arresti nei confronti di giovani già ribattezzati “terroristi del sushi”. Si tratta di ragazzi protagonisti di scherzi virali nei caratteristici ristoranti sushi a nastro, i Kaitenzushi, con comportamenti antigienici come leccare, toccare o imbrattare i piatti.
A cura di Antonio Palma
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In Giappone il sushi è tradizione molto seria e chi si permette di rovinarla gettando discredito su tutta la categoria va perseguito e punito. Lo hanno messo in chiaro le autorità giapponesi avviando una serie di inchieste e anche alcuni arresti nei confronti di giovani già ribattezzati “terroristi del sushi”. Si tratta di ragazzi protagonisti di scherzi virali in diversi caratteristici ristoranti sushi a nastro, i Kaitenzushi, che da alcune settimane hanno messo in allarme un Paese che è molto accorto a seguire regole e igiene nei locali pubblici.

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Gli scherzi, fatti sempre davanti a una telecamera di un telefonino per essere poi condivisi online sui social, consistono nel mettere in atto comportamenti antigienici come leccare, toccare o imbrattare piatti di sushi destinati ad altri. Tutto è nato circa un mese fa quando un primo video è apparso online, mostrando un ragazzo che lecca una bottiglia di salsa di soia su un trasportatore di sushi, diventato virale.

Tra commenti di indignazione e critiche, però, il caso ha trovato sempre più emuli e i video si sono moltiplicati. Nei filmati c’è chi schiaccia i piatti di sushi che scorrono, chi li mischia, chi getta salsa piccante su piatti dove non è prevista e chi ancora lecca bacchette e ciotole.

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La tendenza virale ha inorridito molti giapponesi e ha scatenato l'azione di diverse catene giapponesi di sushi ma anche della polizia. Molti hanno installato telecamere ma alcuni hanno scelto di interrompere del tutto l'attività con i nastri trasportatori del sushi per evitare problemi. Alcune catene hanno addirittura annunciato telecamere dotate di intelligenza artificiale per monitorare i tavoli nel tentativo di scoraggiare questo comportamenti.

La polizia della città giapponese di Nagoya intanto ha arrestato un 21enne accusato di aver leccato una bottiglia di salsa di soia mentre altre accuse sono rivolte a due ragazzi di 19 e 15 anni. Tutti i sospettati hanno ammesso il reato, secondo la polizia. Secondo quanto riferito dai media locali, uno si è anche scusato per le sue azioni. Il reato che viene contestato è quello di “ostruzione agli affari”, che può portare fino a tre anni di prigione.

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