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Il cervello scendeva nel naso: intervento unico al mondo salva un neonato a Torino

Salvato un neonato di 3 mesi affetto da mielomeningocele nasale, rarissima patologia che comporta una difettosa chiusura della base del cranio, tale da provocare la discesa di una parte del cervello all’interno del naso.
A cura di Susanna Picone
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Immagine di repertorio
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Un neonato è stato salvato, con un intervento in endoscopia mai effettuato in precedenza al mondo su un paziente così piccolo, presso l'ospedale Infantile Regina Margherita della Città della Salute di Torino.

Il paziente è un bimbo di 3 mesi affetto da mielomeningocele nasale, rarissima patologia che comporta una difettosa chiusura della base del cranio, tale da provocare, durante la vita fetale, la discesa di una piccola parte del cervello all'interno del naso.

Il buco si trovava nella parte più posteriore del naso e quindi la porzione di cervello che scendeva nel naso (molto voluminosa) ostruiva il passaggio dell'aria, provocando una respirazione sempre più difficile.

Il programma iniziale sarebbe stato quello di farlo crescere fino almeno agli 8 mesi per poi intervenire chirurgicamente come da letteratura medica, ma le condizioni respiratorie del piccolo sono andate via via peggiorando, e i medici, arrivati al terzo mese di vita, hanno deciso di operarlo.

In caso contrario, il piccolo sarebbe andato incontro a un blocco totale della respirazione e avrebbe dovuto essere sottoposto a un intervento di tracheostomia per poter respirare. Si è deciso di procedere quindi con un intervento in endoscopia, pur non essendoci in letteratura medica alcun precedente a livello mondiale di interventi di questo tipo eseguiti prima dei sei mesi di età.

I genitori del bambino hanno accettato e il piccolo è stato operato con un intervento tecnicamente difficilissimo dal dottor Paolo Tavormina (responsabile della di Otorinolaringoiatria pediatrica dell'ospedale Regina Margherita), con la dottoressa Federica Peradotto e al dottor Paolo Pacca, aiuto della divisione di Neurochirurgia pediatrica (diretta dalla dottoressa Paola Peretta).

I chirurghi sono entrati attraverso il nasino del neonato con fibre ottiche (di diametro di 2,7mm) che hanno permesso di poter monitorare in video quanto accadeva nel punto cruciale per poi operare con microstrumenti, che hanno permesso di chiudere, tramite la mucosa stessa del paziente, il foro alla base del cranio.

Oggi il piccolo sta bene e presenta uno sviluppo psico intellettivo assolutamente normale.

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