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I morti per Covid-19 in Italia potrebbero essere quasi 20 mila in più di quelli accertati

Se si esaminano i dati raccolti dall’Istat sul tasso di mortalità nel nostro Paese, si noterà come nei primi mesi dell’epidemia i decessi sono stati non solo molti di più di quelli registrati nello stesso periodo dell’anno precedente, ma anche in eccesso rispetto a quelli segnalati per positività al Covid-19. Si parla di quasi 20 mila vittime in più: chiaramente non tutte possono essere collegate all’epidemia di coronavirus, ma è probabile che molte siano effettivamente persone contagiate che però non sono mai state sottoposte a test, sfuggendo così dai bollettini ufficiali.
A cura di Annalisa Girardi
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Le vittime del coronavirus nel nostro Paese potrebbero essere molte di più di quelle riportate dai vari bollettini del ministero della Salute. Se si esaminano infatti i dati raccolti dall'Istat sul tasso di mortalità nel nostro Paese, si noterà come nei primi mesi dell'epidemia i decessi sono stati non solo molti di più di quelli registrati nello stesso periodo dell'anno precedente, ma anche in eccesso rispetto a quelli segnalati per positività al Covid-19. Nel suo report lo stesso Istituto precisa: "D’altra parte il dato dei morti riportati alla Sorveglianza Nazionale integrata Covid-19 fornisce solo una misura parziale di questi effetti, essendo riferito ai soli casi di deceduti dopo una diagnosi microbiologica di positività al virus. Si tratta, pertanto, di un indicatore influenzato non solo dalle modalità di classificazione delle cause di morte, ma anche dalla presenza di un test di positività al virus". Andiamo quindi a vedere di che numeri si sta parlando.

Dai dati sui primi mesi del 2020 emerge come in realtà l'anno fosse partito in positivo rispetto a quello precedente. Se infatti a gennaio 2019 erano stati registrati 65.675 decessi, a gennaio 2020 questi erano stati 60.988. Lo stesso per febbraio: 55.250 contro i 59.290 dell'anno precedente. Un dato in contrasto anche con quelle teorie secondo cui il coronavirus stesse circolando in Italia da diversi mesi, ben prima che medici e autorità sanitarie se ne accorgessero. Dalla fotografia scattata dall'Istat sembrerebbe che l'infezione non stesse circolando nel primo bimestre dell'anno. E se lo stava facendo, non era certo con i livelli di letalità registrati di lì a poco.

A fine febbraio viene però registrato il primo caso italiano, il paziente 1 di Codogno, e la prima vittima accertata. La curva dei contagi si impenna, i decessi aumentano di giorno in giorno e vengono istituite le prime zone rosse, poi allargate a tutto il Paese. Un mese dopo le immagini dei camion militari che trasportano le bare fuori Bergamo. A marzo in Italia, riporta l'Istat, sono stati registrati 84.989 morti. Nello stesso periodo di un anno prima se ne erano invece contati 57.752: un aumento quindi di 27.237 decessi. Ad aprile 2020 invece se ne sono contati 70.957, contro i 51.344 di aprile 2019.

Se si considera l'intero bimestre, il più duro dal punto di vista epidemiologico, l'aumento della mortalità è aumentata del 43%: sono state infatti registrate 46.850 vittime in più rispetto all'anno precedente. In quel periodo i morti accertati per Covid-19 sono stati 27.967. Nell'eccesso di mortalità registrato dall'Istat, al netto di quelli confermati per coronavirus, ci sono altri 18.883 decessi in più. Chiaramente non tutti questi sono da collegare all'infezione da Covid-19, ma è probabile che in buona parte possano essere altre vittime dell'epidemia non conteggiate dai bollettini ufficiali. Perché non sottoposte a test e perché magari decedute in casa e non in ospedale.

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