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“Ho risposto a un finto impiegato di Poste e mi hanno svuotato il conto: così ho perso 13mila euro”

La storia di Margherita, truffata da un sedicente operatore di Poste Italiane: “Mi hanno svuotato il conto e sottratto un totale di 13.500 euro”. Il papà Stefano: “Mi sono rivolto anche alla polizia postale, mi hanno detto che ce ne sono migliaia di casi così”.
A cura di Ida Artiaco
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È stata truffata da un sedicente operatore di Poste italiane e il suo conto è stato svuotato. Ha perso in totale 13mila euro Margherita, 27enne toscana che a ottobre scorso è stata vittima di un episodio che ha deciso di raccontare, insieme al papà Stefano, a Fanpage.it.

Stando a quanto spiegato da Margherita e dal suo papà, a ottobre la ragazza ha ricevuto un messaggio sul numero su cui riceveva abitualmente le comunicazioni ufficiali da parte di Poste per
le operazioni sul conto, essendo una correntista. Nell’sms era presente un link, su cui ha cliccato e poi ha ricevuto la chiamata da parte di un sedicente impiegato delle Poste di Torino che si è poi
rivelato un truffatore.

"L’ha tenuta al telefono per un’ora fin quando non l’ha convinta a versare l’intero importo che aveva sul conto corrente su un Iban che poi si è scoperto essere una truffa. La cifra sottratta ammonta a circa 13.500 euro. Abbiamo sporto denuncia e per ora non abbiamo ottenuto nulla da Poste. Il rischio è che facciano ricadere la colpa di questo phishing su mia figlia, con la possibilità, quindi, che non venga risarcita", ha detto il papà Stefano.

Il quale ha aggiunto: "Sono d’accordo sul fatto che mia figlia debba fare i conti con le proprie responsabilità ma in ogni caso le Poste dovrebbero assumersi le loro. Lei è stata ipnotizzata da
questa persona. Usano clonazioni perfette. Mia figlia è stata ingenua ma anche le Poste dovrebbero ammettere che qualsiasi persona riesce a entrare nei loro sistemi informatici per truffare la gente. Non è l’unica adescata in Italia. Mi sono rivolto anche alla polizia postale, mi hanno detto che ce ne sono migliaia di casi così".

Fanpage.it ha parlato anche con l’avvocato che segue Stefano e Margherita. "La denuncia è stata presentata ai carabinieri contro ignoti, poi stiamo valutando di fare una azione civile contro Poste ipotizzando ci sia stata negligenza nella gestione informatica del Bancoposta, che non si siano dotati di sistema di sicurezza tali da vanificare tentativi di truffa del genere. Il nostro obiettivo è riottenere la cifra che ha perso, a livello civile", ha precisato l'avvocato Valentina Bonucci del Foro di Siena.

Poste Italiane, contattate da Fanpage.it, hanno così commentato la vicenda: "In riferimento al caso segnalato dalla lettrice, confermiamo che questo era già stato attentamente esaminato e dobbiamo purtroppo ribadire la non rimborsabilità delle somme sottratte. Le analisi e gli accertamenti effettuati non hanno rilevato anomalie o altre irregolarità nell’esecuzione dell’ordine di pagamento (un postagiro) che per stessa ammissione della cliente è stato impartito personalmente e con l’utilizzo dei propri sistemi di autenticazione.

Poste Italiane ha dato correttamente esecuzione a una operazione richiesta dalla cliente e dunque non ha nessuna responsabilità. Dalla ricostruzione si evince che la cliente è stata vittima di un classico caso di “phishing”, nella ormai nota declinazione definita “spoofing”. In questi casi i malintenzionati inviano un messaggio sms contenente un link malevolo, facendo poi seguire attività truffaldine volte a carpire i dati riservati relativi al rapporto e a spingere ad eseguire attività dispositive a beneficio di terzi. Il fatto che il numero di telefono apparisse coerente con quello di Poste Italiane è purtroppo parte integrante della truffa.

Il numero identificativo del chiamante è facilmente modificabile da parte dei truffatori attraverso la pratica del "CLI Spoofing", realizzabile mediante comuni programmi online (e perfino attraverso semplici app per smartphone) che consentono così di visualizzare un determinato numero in uscita. In caso di truffe eseguite con questa modalità, ai frodatori basta solitamente indicare quale numero in uscita visualizzabile dal cliente quello del call center dell’intermediario bersaglio.

Poste Italiane da tempo mette in guardia la propria clientela da questa ed altri tentativi di frode, dedicando anche un’intera sezione del proprio sito web a “come difendersi dalle truffe”, fornendo informazioni, consigli ed anche video esplicativi (https://www.poste.it/psd2-e-sicurezza—come-difendersi-dalle-truffe.html). Evidenziamo, inoltre, che nel caso in esame sono state messe in atto tutte le procedure cautelative previste in caso di frode, tentando altresì il recupero delle somme".

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