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Firenze, via la licenza alla pizzeria del leader di Io Apro: “Chiaro disprezzo delle regole”

Al via l’iter per la chiusura definitiva della pizzeria ‘Da Tito’ di Momi El Hawi. Il ristoratore ha violato numerose volte le norme anticovid durante la zona arancione/rossa a Firenze. Ma non si arrende: “Continuerò ad aprire all’infinito. Le multe sono illegittime”. Poi se la prende con il sindaco: “Perché non andate alle Cascine a vedere quelli che spacciano?”.
A cura di Biagio Chiariello
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Il suo ristorante a Firenze rischia la chiusura definitiva. Dopo le reiterate violazioni ed anche la rottura dei sigilli al locale messi dalle forze dell’ordine per la pizzeria ‘Da Tito' di Momi El Hawi, uno dei leader del movimento "IoApro", arriva la revoca della licenza. Il Comune di Firenze, "d'intesa con la prefettura" ha infatti avviato il procedimento e gli atti "necessari per la chiusura definitiva dell'attività" come riporta una nota diffusa da Palazzo Vecchio.

Come è noto, il ristoratore si è reso protagonista di numerose proteste in zona rossa e arancione durante ha più volte lasciato aperto il locale di Via Baracca. Tutte violazioni dei dpcm anti-Covid che riguardano "la reiterata inosservanza dell'obbligo di rimanere chiuso e la rimozione dei sigilli apposti al locale, chiara manifestazione del dispregio delle regole di condotta a presidio della salute e della sicurezza pubblica e dei criteri di leale concorrenza che dovrebbero orientare il comportamento non solo di chi opera in un delicato settore del commercio pubblico ma di qualunque cittadino", si spiega dall'amministrazione, che ha già notificato l'azione all'imprenditore.

Momi El Hawi in serata si è sfogato con una diretta Facebook: “Le multe sono illegittime”. Prendendola anche con i social network perché erano state bloccate alcune dirette: “Non c’è più libertà di espressione”. Accusando il sindaco, Dario Nardella, di comportamento non corretto: “Perché non andate alle Cascine a vedere quelli che spacciano?”. Il ristoratore, che entro dieci giorni potrà depositare documenti a sua difesa, promette battaglia: ha fatto sapere che procederà per capire se sia stata violata la sua privacy in merito alla diffusione della notizia della notifica. Ea.

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