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Daniele De Santis ed Eleonora Manta uccisi a Lecce

Fidanzati uccisi a Lecce, la chiave del giallo nei biglietti insanguinati in cortile

Una manciata di biglietti imbrattati di sangue potrebbe contenere la soluzione al giallo di Lecce, nonché il DNA dell’assassino di Daniele De Santis ed Eleonora Manta, pugnalati con estrema ferocia sull’uscio del loro appartamento in via Montello. Eleonora è stata colpita 30 volte, Daniele circa la metà. Prima di morire la ragazza avrebbe gridato: ‘Andrea, no!’.
A cura di Angela Marino
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La chiave del giallo dei fidanzati uccisi a Lecce potrebbe essere in quella manciata di biglietti sporchi di sangue, che l'assassino ha perso nella concitazione della fuga dal cortile del palazzo dove sono stati uccisi Daniele De Santis e la fidanzata Eleonora Manta. Il sangue che ha imbrattato i biglietti reperati dalla Scientifica potrebbe essersi delle vittime, ma esistono delle possibilità che possa trattarsi, invece, proprio del sangue dell'assassino, feritosi accidentalmente nella brutale aggressione alla coppia. Se così fosse i carabinieri della Compagnia di Lecce, che ora hanno dato il via a una vera e propria caccia all'uomo, avrebbero nelle mani il DNA del killer.

Lui arbitro di seria C, lei funzionaria dell'INPS, entrambi trentenni, sono stati aggrediti nell'appartamento dove convivevano in via Montello. Niente, stano a quanto testimoniato da parenti e amici che si erano scambiati messaggi e video con la coppia, tradiva in loro sentimenti di paura, preoccupazione o tensione. I due apparivano sereni e rilassati proprio poco prima che l'assassino, con il volto travisato da un cappuccio, entrasse nel loro appartamento e li massacrasse con un coltello da macellaio.  Prima lei, sul pianerottolo, poi lui. Trenta coltellate sono state inferte a Eleonora, forse obiettivo primario dell'assalto e contro la quale il killer si è accanito con inusitata ferocia. Circa la metà, quindici, al fidanzato Daniele. Questa la dinamica descritta dall'autopsia condotta ieri dal medico legale Roberto Vaglio, sui corpi.

Un indizio importante nell'indagine della Procura, proviene proprio da una delle due vittime, Eleonora, che prima di morire è stata sentita dai vicini gridare il nome di ‘Andrea' prima di venire assassinata. Tra le persone che orbitano introno alla coppia, si cerca un individuo con lo stesso nome o più di uno. Qualcuno con cui Eleonora e forse anche Daniele avevano familiarità, avendo aperto spontaneamente la porta di casa, come si evince dalla ricostruzione dei fatti. Per il momento gli inquirenti lavorano nel massimo riserbo nella raccolta di prove e nell'ascolto dei testimoni, ribadendo di non avere nessun indagato o sospettato e di non privilegiare, al momento, alcuna pista.  Fondamentale si rivelerà la ripresa di una videocamera di sorveglianza che ha catturato alcuni momenti in cui l'assassino si muoveva a volto scoperto. Si tratta di immagini di bassa qualità che saranno ingrandite e migliorate con specifici software.  Terminata l'autopsia eseguita ieri nell'obitorio dell'ospedale ‘Vito Fazzi' di Lecce, i familiari potranno fissare una data per i funerali di Eleonora e Daniele, che saranno celebrati in un rito unico, probabilmente nella piazza di Seclì (Lecce), il piccolo comune di cui era originaria Eleonora Manta e dove vive ancora la madre.

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