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Daniele De Santis ed Eleonora Manta uccisi a Lecce

Fidanzati uccisi a Lecce: “Crimine efferato e crudele”. Chiesta conferma ergastolo per Antonio De Marco

Il 23enne di Casarano era già stato condannato alla massima pena in primo grado per l’omicidio di Daniele De Santis e della fidanzata Eleonora Manta avvenuto il 21 settembre del 2020: il pg Maruccia ha chiesto anche l’isolamento diurno.
A cura di Biagio Chiariello
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Antonio De Marco
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La Procura generale ha chiesto la conferma della condanna all’ergastolo e l’applicazione dell’isolamento diurno per un anno, nei confronti di Antonio De Marco, il 23enne che il 21 settembre del 2020 uccise a Lecce con quasi 80 coltellate Daniele De Santis e la fidanzata Eleonora Manta.

Stamane, 15 dicembre, dinanzi ai giudici della Corte d’Assise d’Appello (presidente Vincenzo Scardia e giudici popolari), ha preso il via il processo di secondo grado. Il procuratore generale Antonio Maruccia Maruccia, che nella premessa della requisitoria ha parlato del delitto come "apoteosi del sadismo e della cattiveria deliberata e lucida", ha ripercorso tutta la vicenda, ribadendo alla Corte la capacità di intendere e di volere dell'imputato.

Secondo il pg, il 23enne originario di Casarano: "l'assassino è stato mosso da un movente immediatamente chiarito: l'invidia per queste persone, per ciò che rappresentavano e realizzavano, un odio mirato e personale che si è mantenuto nel processo e oltre".

Daniele ed Eleonora, uccisi a Lecce
Daniele ed Eleonora, uccisi a Lecce

Ecco perché per il procuratore generale "fa sorridere che siano state chieste le attenuanti generiche perché ha confessato. Ci vuol coraggio a leggere l'espressione ‘quel fighetto del c…' successiva alla vicenda processuale che è indicativa di una persona che ha concepito questo duplice omicidio in grado di orientare e determinare la condotta di un dolore profondo e insopportabile. Voleva uccidere Daniele".

I legali di De Marco, ex coinquilino della coppia massacrata, in primo grado aveva chiesto la non imputabilità o, in alternativa, il riconoscimento di un vizio parziale di mente, sulla base della consulenza di parte che aveva ritenuto l'imputato affetto da disturbi dello spettro autistico e psicotico, che avrebbero inciso sulla sua facoltà di intendere e di volere quando ha compiuto l'omicidio.

Antonio De Marco
Antonio De Marco

Ma secondo il pg, De Marco era capace di intendere e di volere "proprio per la gravità del fatto in sé al di là degli elementi contenuti nell'atto d'appello perché se dovessimo focalizzarci sulle doglianze della difesa dovremmo parlare di psicologia e psichiatria che non è competenza nostra". Il procuratore generale si è anche soffermato sulle aggravanti contestate.

Ed ha sottolineato come abbia agito con crudeltà e premeditazione, come emergerebbe dalle quasi 80 coltellate inflitte ai due fidanzati.  Di processi, omicidi e fatti di sangue, nei suoi 41 vissuti nell'ufficio requirente della Procura di Lecce, il pg ne ha visti tanti ma il duplice delitto di via Montello "entra nella storia criminale e giudiziaria nel nostro distretto per l'efferatezza e la crudeltà" ha ammesso.

Per Maruccia De Marco non aveva problemi particolari. "È un ragazzo normale – ha spiegato il procuratore generale – va sì dallo psicologo ma nulla di preoccupante. Cerca il rapporto con le ragazze, vorrebbe fidanzarsi con una compagna di corso e ha tanti interessi. Certo ha delle difficoltà ma quante persone non riescono ad avere un rapporto di amicizia con l'altro sesso? Certo il processo deve essere celebrato secondo le regole del codice di procedura penale ispirato dalla Costituzione ma senza nascondere un tratto di emozione perché la vicenda umana non può che toccare le corde del sentimento e della ragione".

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