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Ferito con un machete a Torino, Pietro Costanzia scriveva alla vittima: “Ti buco tutto, puoi anche morire”

In alcuni messaggi che Pietro Costanzia scriveva al 23enne ferito gravemente con un machete il 18 marzo scorso, si evincerebbe la volontà del giovane con origini nobiliari di aggredire l’ex amico. “Se non esci di casa e le prendi come un uomo, ti brucio casa e prima o poi ti buco tutto. Puoi anche morire”
A cura di Gabriella Mazzeo
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Una sproporzione "assurda" di valori tra il movente e l'aggressione perpetrata da Pietro Costanzia di Costigliole nei confronti del 23enne ferito gravemente a colpi di machete lo scorso 18 marzo in una strada della periferia di Torino. Per il gip Gloria Biale, il giovane discendente di una nobile famiglia piemontese dovrà dunque restare in carcere. Per il giudice si tratta di un tentato omicidio aggravato da premeditazione e futili motivi legati a debiti sulla compravendita di stupefacenti e avances fatte in passato dal ragazzo alla fidanzata di Costigliole.

Così il 23enne avrebbe manifestato l'intenzione di "uccidere" il rivale. La fidanzata di Costigliole avrebbe detto in una chat recuperata dagli inquirenti di aver paura della vendetta del 23enne. Già il 15 febbraio, scriveva di essere preoccupata dalla situazione e di "non volere una cosa del genere, nemmeno che possa andare in coma per una cazzata enorme". Nonostante i timori della fidanzata, però, Costanzia di Costigliole era determinato ad "affrontare" l'altro ragazzo faccia a faccia. In una chat ora nelle mani delle forze dell'ordine, aveva scritto al rivale: "Se non esci ora e te le prendi come un uomo, e paghi per quello che hai fatto, ti brucio casa la notte mentre dormite e appena esci ti riempio di buchi. E se non sono io, tranquillo che farà qualcun altro ma prima o poi ti prendo e ti buco tutto e puoi anche morire".

Le minacce erano arrivate a inizio febbraio, un mese e mezzo prima dell'aggressione. Costanzia sarebbe arrivato a bordo di uno scooter nero guidato dal fratello Rocco, anche lui fermato. Il 23enne sarebbe sceso dal motorino dopo aver affiancato il rivale in monopattino per poi colpirlo con il machete a una gamba. Alla scena aveva assistito la fidanzata della vittima, a bordo di un secondo monopattino. Il giovane, ricoverato in ospedale poco dopo, ha subito l'amputazione della gamba.

La ragazza ha raccontato agli inquirenti gli attimi di paura, con il fidanzato 23enne che ferito aveva tentato la fuga a piedi. Lei aveva provato a raggiungerlo, ma era stata trattenuta da Rocco Costanzia, fratello minore di Pietro. I dettagli sono ora racchiusi nell'ordinanza con cui il gip Gloria Biale ha disposto la misura cautelare in carcere. Il "Santo", così si faceva chiamare, è accusato di tentato omicidio con le aggravanti della premeditazione e dei futili e abietti motivi. 

"Siamo al cospetto di un fatto che evidenzia l’indole estremamente violenta dell’autore" ha scritto il gip nell’ordinanza. "Lo scenario nel quale si è collocata l'aggressione – specifica ancora il gip – è all'apparenza delinquenziale, legato allo spaccio di stupefacenti". Secondo quanto emerge dalle indagini, Pietro Costanzia di Costigliole avrebbe rivolto altre minacce esplicite di morte al rivale 23enne che tempo addietro aveva fatto alcune avances esplicite alla compagna. A tratteggiare il contesto sono proprio le fidanzate dei due rivali, un tempo molto amiche.

Il 7 febbraio, la fidanzata di Costanzia scriveva all'ex amica che il 23enne aveva scoperto le avances ricevute tempo addietro. "Mi ha insultata, è impazzito completamente – scriveva -. Ha detto che l'avrebbe fatto fuori". La ragazza della vittima si era agitata. "Non lo deve vedere, perché lo ammazza. I soldi li porto io a te" aveva scritto la giovane facendo riferimento ad alcuni debiti di droga che il 23enne aveva con Costigliole.

La fidanzata dell'aggressore però aveva continuato. "Si è imputato, lo vuole uccidere. Non voglio che gli succeda una cosa del genere. Non voglio che vada in coma per colpa di una cosa così stupida". Secondo quanto emerso, Pietro avrebbe chiesto di incontrare il rivale in quei giorni, ma l'appuntamento era saltato: la vittima si era infatti ritirata in una comunità per disintossicarsi ed era rientrata a casa il 9 marzo.

La nonna del giovane ferito aveva raccontato che nella notte tra il 7 e l’8 febbraio, intorno alle 23.30, aveva sentito dei rumori sospetti all’ingresso del palazzo. "Mio nipote e la sua fidanzata mi avevano detto che c’era un ragazzo che ce l’aveva con lui" avrebbe spiegato agli inquirenti l'anziana.

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