video suggerito
video suggerito

Esplosione a Torino, aperta un’inchiesta per disastro colposo: migliorano le condizioni dei feriti

La Procura di Torino ha aperto un’inchiesta per disastro colposo dopo l’esplosione in via Nizza, costata la vita a Jacopo Peretti. Cinque i feriti, tra cui due bambini: uno resta in prognosi riservata, l’altra sarà dimessa oggi. Ancora da chiarire le cause della deflagrazione.
A cura di Biagio Chiariello
0 CONDIVISIONI
Immagine

La Procura di Torino ha aperto un fascicolo per disastro colposo, omicidio colposo e lesioni colpose a seguito della devastante esplosione che, nella notte tra domenica 29 e lunedì 30 giugno, ha scosso una palazzina in via Nizza 389, nel quartiere Lingotto. L'inchiesta, al momento contro ignoti, è ancora nelle fasi preliminari: il sostituto procuratore Dionigi Tibone ha ricevuto i primi atti e verrà affiancato dalla collega Chiara Canepa.

Le indagini dovranno stabilire l'esatta dinamica della tragedia, individuare eventuali responsabilità e accertare se la deflagrazione sia stata provocata da una fuga di gas causata da guasti tecnici, incuria o errori umani.

Del caso si stanno occupando i vigili del fuoco, gli agenti del commissariato di polizia Barriera Nizza, la polizia locale e la squadra di polizia giudiziaria della procura.

La vittima è Jacopo Peretti

L’esplosione ha causato la morte di Jacopo Peretti, 33 anni, e il ferimento di cinque persone, tra cui due bambini. Il giovane, che viveva in affitto nell’edificio, è stato trovato privo di vita sotto le macerie dai vigili del fuoco dopo ore di ricerche. Secondo le prime ricostruzioni, sarebbe morto nel sonno. L’ipotesi più accreditata è che la deflagrazione sia partita da un appartamento al quinto piano rimasto vuoto durante il weekend: i proprietari, una famiglia torinese, erano in vacanza all’Isola d’Elba. Quell’alloggio è stato descritto dai soccorritori come completamente irriconoscibile, tanto che risulta difficile distinguere i confini con gli altri appartamenti coinvolti.

Immagine

Nel frattempo, mentre continuano le verifiche strutturali da parte dei tecnici e dei vigili del fuoco, si lavora per mettere in sicurezza l’intero edificio. Le operazioni si concentrano soprattutto sui solai e sul tetto, per scongiurare nuovi crolli. Sul posto sono intervenuti anche i tecnici dell’azienda che gestisce la distribuzione del gas per un sopralluogo sulle tubature, alla ricerca di eventuali anomalie.

Come stanno i feriti

Le condizioni dei feriti sono in miglioramento. Tre adulti sono già stati dimessi nella giornata di ieri, mentre due minori restano ricoverati al Regina Margherita. La bambina di sei anni, tenuta in osservazione, verrà dimessa oggi, 1° luglio. Più critiche, invece, le condizioni del dodicenne, che ha riportato ustioni sul 35% del corpo: ora è sveglio, ma resta in prognosi riservata in terapia intensiva.

La deflagrazione ha reso inagibili gran parte degli appartamenti: 44 persone sono state sfollate. Chi abitava nelle scale 8 e 10 non può rientrare nelle proprie case, così come i residenti dei piani superiori delle scale 4 e 6, dove l’agibilità è garantita solo fino al terzo piano. La Protezione civile ha allestito un punto di accoglienza presso la scuola Re Umberto, con il supporto della Croce Rossa: qui hanno trovato temporanea sistemazione una decina di persone. Tre nuclei familiari con bambini piccoli sono stati affidati ai servizi sociali.

L'esplosione della palazzina a Torino nel cuore della notte

Tutto è accaduto alle 3.15 del mattino: un boato improvviso ha svegliato i residenti. Alcuni sono corsi in strada, altri inizialmente hanno scambiato il rumore per un tuono. Ma è bastato affacciarsi alle finestre per comprendere la gravità della situazione: la strada era invasa da macerie, detriti e finestre esplose. I vigili del fuoco sono intervenuti immediatamente e hanno scavato tra le rovine per ore prima di trovare Jacopo Peretti.

A Torino è ancora forte lo shock per quanto accaduto. La città attende risposte: le indagini dovranno chiarire se tutto ciò poteva essere evitato e chi, eventualmente, avrebbe dovuto intervenire prima della tragedia. Nel frattempo, resta la ferita profonda di una comunità scossa nel cuore della notte.

0 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views