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Aggredito con un machete, arrestato anche il fratello di Pietro Costanzia di Costigliole: “È il complice”

È stato arrestato anche il fratello di Pietro Costanzia di Costigliole, il 23enne già fermato per l’aggressione con un machete ai danni di un conoscente per la strade di Torino. Secondo gli inquirenti, Rocco Costanzia di Costigliole sarebbe il complice che non era ancora stato individuato dalle forze dell’ordine.
A cura di Gabriella Mazzeo
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La polizia di Torino ha eseguito un arresto per il caso del 24enne rimasto ferito dopo essere stato aggredito a colpi di machete a Torino il 18 marzo scorso. Secondo quanto trapelato, si tratterebbe di Rocco Costanzia di Costigliole, fratello di Pietro, il 23enne già fermato il 20 marzo dalla polizia per tentato omicidio.

Stando a quanto emerso dalle indagini, infatti, il 24enne che ha subìto l'amputazione della gamba sarebbe stato aggredito da Pietro Costanzia di Costigliole. Con lui è stata fermata anche la compagna, estranea all'aggressione ma arrestata per detenzione di sostanze stupefacenti nella stanza d'albergo in cui le forze dell'ordine hanno arrestato di Costanzia di Costigliole. Con lui è ora finito nei guai anche il fratello Rocco, forse complice dell'aggressione.

Interrogato, Pietro Costanzia di Costigliole ha ammesso l'aggressione e ha spiegato di "non aver mai avuto l'intenzione di uccidere il rivale", nemmeno quella di procurargli lesioni gravi. Secondo quanto emerso, il giovane avrebbe agito per una questione legata alla gelosia. Aggressore e aggredito, infatti, si conoscevano e si frequentavano. Per gli investigatori, però, dietro l'aggressione non vi sarebbe solo il messaggio di apprezzamento inviato dalla vittima a una ragazza, forse la fidanzata del 23enne Pietro.

Il 23enne già fermato sarebbe stato aiutato dal fratello, anche se non sono emersi ulteriori dettagli sul nuovo arresto effettuato. Secondo gli inquirenti, Rocco potrebbe essere il complice che avrebbe aiutato l'aggressore a fuggire a bordo di un T-max. Pietro Costanzia di Costigliole è difeso dagli avvocati Paola Pinciaroli e Vittorio Nizza e al momento si trova in carcere in attesa dell'udienza di convalida.Il 23enne ha dichiarato che pensava di esser stato fermato per problemi con la giustizia che avrebbe in Spagna, dove ha vissuto per lungo tempo.

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