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Femminicidio-suicidio a Gualdo Tadino, Eliza Feru voleva lasciare il marito: “Stava andando via di casa”

Eliza Feru, operatrice socio-sanitaria 30enne, voleva lasciare la casa nella quale era andata a vivere dopo il matrimonio con Daniele Bordicchia, 39 anni. L’uomo avrebbe quindi usato la sua pistola di ordinanza per sparare alla moglie e togliersi la vita.
A cura di Gabriella Mazzeo
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Erano sposati da sette mesi Daniele Bordicchia, guardia giurata 39enne, ed Eliza Stefania Feru, operatrice socio-sanitaria di 30 anni, ma il loro matrimonio era già entrato in crisi. Feru aveva manifestato l'intenzione di lasciare la casa coniugale di Gualdo Tadino e, secondo le forze dell'ordine, Bordicchia non voleva la fine di quel matrimonio. Così, stando a quanto per ora emerso dalle indagini, nella mattinata di ieri, domenica 5 gennaio, il 39enne avrebbe preso la sua pistola di ordinanza per sparare alla moglie e poi togliersi la vita. 

Sui social, lui raccontava con frasi criptiche la crisi con la moglie. "Non mi piace essere preso in giro – scriveva in alcuni post -. Dico sempre come la penso e affronto il problema da solo". L'uomo lavorava come guardia giurata dalla Vigilanza Umbra Mondialpol Spa e a ottobre era tornato dal viaggio di nozze con la moglie in Egitto. I due si erano trasferiti nella villetta di via degli Ulivi, a pochi passi dall'abitazione dei genitori di Bordicchia.

L'apparente perfezione della vita di coppia non era però riuscita a nascondere a lungo i problemi. Eliza Feru aveva manifestato un disagio, l'intenzione di lasciare casa. Chi li conosceva ha raccontato agli inquirenti di screzi nati proprio dopo quel viaggio di nozze.

Il movente, che per il momento non è ancora del tutto chiaro, andrebbe ricercato proprio nell'intenzione della 30enne di lasciare la vita di coppia. Stando a quanto riporta il quotidiano La Stampa, Feru aveva iniziato il trasloco per andare a vivere da sola già durante l'estate.

La donna lavorava nel reparto dei bambini con gravi disabilità e da agosto aveva un contratto a tempo indeterminato. "Era felice, o almeno, lo sembrava – racconta Francesca Di Maolo, presidente dell'Istituto Serafico di Assisi dove Eliza lavorava -. Il contratto a tempo indeterminato era stato il coronamento di un sogno per lei, se lo meritava, era molto brava con i bambini. Sabato mattina aveva lavorato normalmente. La aspettavamo ieri alle 7 ma non è venuta. Abbiamo iniziato a preoccuparci, l'avevamo contattata telefonicamente ma non rispondeva".

Secondo quanto appurato dagli inquirenti, le colleghe dell'istituto non sapevano della crisi coniugale.

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