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Febbre del Nilo, un altro morto a Modena: aveva 82 anni. I familiari attaccano l’Asl

La denuncia dei familiari: “Il Policlinico sapeva che era morto per colpa della West Nile, ma non ha detto nulla”. Nel pomeriggio la conferma della stessa Azienda Ausl. Si tratta della seconda vittima del virus in provincia di Modena.
A cura di Biagio Chiariello
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Una diffusione massiccia del virus del Nilo occidentale sta spaventando il sud degli Stati Uniti che hanno dichiarato lo stato di allerta

 "È  morto di West Nile ma nessuno lo ha detto". La denuncia è quella dei familiari di Graziano Gazzotti, modenese di 82 anni, deceduto lo scorso 20 agosto in ospedale, dopo aver contratto appunto il famigerato virus. I suoi parenti sostengono che l’uomo, nonostante la sua età stava bene e non soffriva di nessuna patologia; questo fino al 27 luglio, quando ha cominciato a manifestare i primi sintomi di malessere. Cinque giorni dopo è stato ricoverato in ospedale a causa di una febbre altissima e il 20 agosto è deceduto. Secondo la famiglia l’82enne è morto di West Nile, la malattia portata in Italia da alcune specie di uccelli migratori e poi diffuso dalla zanzara comune, ma i medici dell’Azienda Usl e del Policlinico avrebbero deciso di non rendere pubbliche le cause della morte. Fino ad oggi.

Il signor G.G., modenese di 82 anni, era stato ricoverato il 31 luglio scorso, presso il Reparto di Medicina 2 al Policlinico e – riferiscono l'Azienda Ospedaliero-Universitaria e l'Azienda Usl di Modena – da qui trasferito alle Malattie Infettive il 4 agosto dove è stata riconosciuta l'encefalopatia da West Nile ed è subito cominciato il trattamento”.

"Il quadro neurologico, insieme allo stato di coma intercorso a causa dell'encefalite, in un paziente anziano è una condizione predisponente a complicanze batteriche polmonari tardive", spiega il Policlinico. E questo è proprio "ciò che è accaduto al paziente, che ha avuto due episodi di polmonite e una successiva sepsi, che hanno portato a decesso, avvenuto il 20 agosto". Il Policlinico si giustifica spiegando, che "a differenza di altre patologie infettive, poiché la trasmissione del virus West Nile non avviene da persona a persona, non è prevista una sorveglianza della sanità pubblica sui contatti del paziente", proprio perché il contagio da persona a persona "non è possibile. Esistono invece misure preventive e di protezione individuale dalle punture di zanzara, che sono state comunicate più volte e che sono l'unica misura efficace" contro il virus. Si tratta della seconda vittima per questa patologia in provincia di Modena. "Un secondo caso ha riguardato" un paziente modenese di 76 anni ricoverato per West Nile e deceduto durante il periodo di sorveglianza", prosegue il Policlinico. In questo caso però "l'infezione risulta classificata come concausa del decesso".

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