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Esplosione Ravanusa, il racconto dei residenti: “Non è una tragedia, questa è una strage”

La comunità di Ravanusa, nell’Agrigentino, è sconvolta dall’esplosione che ha causato il crollo di otto palazzi in via Trilussa. Tra i dispersi una donna, “la sposina” la chiamano tutti, incinta di nove mesi: “Man mano che le ore passano, le speranze di ritrovarli vivi si affievoliscono”.
A cura di Luisa Santangelo
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Via Trilussa a Ravanusa (Ag)
Via Trilussa a Ravanusa (Ag)
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"Non è una tragedia, è una strage". In via delle Scuole, a Ravanusa, in provincia di Agrigento, c'è il fratello di un residente che controlla lo stato della casa. "Mio fratello, per fortuna, è a Bologna da sua figlia e si è salvato. Sennò chissà cosa starei raccontando", dice a Fanpage.it prima di allontanarsi. Una residente e il marito stentano a parlare. "Abbiamo perso tutto – dicono – Sentivamo puzza di gas da almeno un paio di giorni". Seduta su una sedia, avvolta in una coperta termica, c'è la figlia di una delle sei persone disperse nell'esplosione di via Trilussa. Ieri sera, intorno alle 20.45 (le immagini di un filmato di videosorveglianza hanno registrato le 20.48, per la precisione) una violentissima deflagrazione ha sconquassato il centro del piccolo Comune dell'Agrigentino. Tre vittime: Pietro Carmina, Enza Zagarro e Liliana Minacori. Due donne sono state tirate fuori in nottata, ancora vive. Sei persone sono disperse: Angelo Carmina, Selene Pagliarello e Giuseppe Carmina (marito e moglie da aprile 2021, lei incinta di nove mesi: li chiamano tutti "gli sposini"), un altro Giuseppe Carmina, Calogero Carmina e Carmela Scibetta.

"Le speranze di trovarli vivi si affievoliscono man mano che il tempo passa", ci spiega Luca Cari, portavoce dei vigili del fuoco. Un centinaio di pompieri sono sul posto, poi la Croce rossa, la Misericordia, polizia, carabinieri, guardia di finanza, polizia municipale. Il dispiegamento di forze dell'ordine è imponente. Tantissimi cittadini di Ravanusa si sono raccolti dietro al nastro bianco e rosso che delimita la zona di intervento. Ci sono segni dell'esplosione in un'area di circa diecimila metri quadrati. "Abbiamo aperto un fascicolo – spiega il comandante provinciale dei carabinieri, il colonnello Vittorio Stingo – Non appena avremo la certezza che non ci sono più persone sotto le macerie, procederemo con il sequestro dell'intera zona per approfondimenti più mirati". La procura di Agrigento indaga per disastro e omicidio colposi, ma ancora non è del tutto chiaro cosa sia accaduto. "Verosimilmente c'è stata una fuga di gas sotterranea, il metano si è raccolto in un unico punto, finché non è esploso". Cosa abbia innescato la deflagrazione, però, non è stato definito, per il momento.

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Tra via Trilussa e via Galileo Galilei è rimasto in piedi ben poco. Le unità cinofile hanno smesso di dare segnali ai propri conduttori questa mattina. Solo due persone sono state ritrovate vive, il bilancio è pesantissimo. "I danni più rilevanti – continua Stingo – Sono stati causati dall'incendio successivo all'esplosione: il metano bruciava, siamo riusciti a spegnerlo solo intorno alle tre del mattino". Anche per questo si è dovuta attendere quell'ora, più o meno, per recuperare la prima persona da sotto ai detriti della sua casa. "Io sono un infermiere – racconta Calogero Gattuso, anche lui abitante del quartiere – Intorno alle otto e trenta abbiamo sentito un boato fortissimo, si sono rotte le finestre e dei massi sono finiti fino alla porta e sul terrazzo. Sono stato tra i primi a scendere in mezzo alla strada, e non si capiva niente. C'era una nebbia di polvere. Alle tre ho aiutato i vigili del fuoco a tirare fuori la prima superstite. Loro sono stati coraggiosissimi: si sono infilati in un cunicolo, non si vedeva nulla era tutto pericolante, ma la signora era viva". Gli altri? "Non so cosa dire, ci conoscevamo tutti, siamo dispiaciutissimi". In città, intanto, c'è già chi parla di una tragedia annunciata per via di quell'odore di gas che da tempo in molti dicono di avere sentito.

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