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Ravanusa, cos’è successo con il pagamento dei funerali delle vittime dell’esplosione

Facciamo ordine sulla vicenda del conto salatissimo che sarebbe arrivato ai parenti delle vittime della strage dell’11 dicembre a Ravanusa, nell’Agrigentino. Fanpage.it ha intervistato tutte le parti in causa – dal sindaco all’agenzia di pompe funebri, passando per gli avvocati delle vittime – e ha ricostruito i passaggi che hanno portato alla diffusione della notizia.
A cura di Luisa Santangelo
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Alla fine, con ogni probabilità, difficilmente saranno i parenti delle vittime a dovere pagare i funerali per la strage di Ravanusa, l'esplosione dovuta a una fuga di gas nella quale hanno perso la vita nove persone, sabato 11 dicembre 2021. Dopo il polverone che s'è alzato ieri, a seguito di un servizio del Tg2 in cui si parlava di diecimila euro di costo per ciascuna vittima, la Regione Siciliana ha fatto sapere di avere disposto "già da diverse settimane, un contributo da un milione di euro a favore del Comune di Ravanusa. Con tali fondi – che saranno accreditati nei prossimi giorni, subito dopo le procedure contabili – è possibile far fronte anche alle spese per il funerale". E la Regione continua: "Il Comune può quindi, se lo ritiene, procedere ad anticipare o assumere formale impegno con i creditori". Stando a quanto appreso da Fanpage.it, però, il caso è montato prima che ai parenti delle vittime arrivassero, in effetti, fatture o preventivi per i funerali del 17 dicembre. "Non abbiamo fatto i conti, non sappiamo qual è l'importo preciso", puntualizza a questa testata l'agenzia di onoranze funebri che si è occupata della maggior parte delle vittime. Proviamo a mettere insieme tutti gli elementi.

La storia dei diecimila euro a vittima

Nell'edizione di pranzo del Tg2 di ieri è stato mandato in onda un servizio nel quale, intervistato, parlava l'avvocato Salvatore Loggia, legale dei parenti di tre delle vittime. Il professionista spiegava che la solidarietà per le vittime (Giuseppe Carmina, Calogero Carmina, Pietro Carmina, Carmela Scibetta, Calogera Gioacchina Minacori, Selene Pagliarello incinta al nono mese del piccolo Samuele, Giuseppe Carmina, Angelo Carmina ed Enza Zagarrio), da parte delle istituzioni, si sarebbe fermata in piazza il giorno dei funerali. Loggia diceva di avere appreso che sarebbero state le sue assistite a dovere pagare il conto per le esequie. "Io non ho mai parlato di cifre – precisa Loggia a Fanpage.it – Le mie assistite non hanno mai ricevuto né preventivi né fatture, ma ho saputo di altri parenti che hanno pagato, diecimila, seimila, cinquemila euro… Stando così le cose, è ovvio che le mie assistite dovranno pagare per le esequie dei propri cari. Un fatto a dir poco doloroso, viste le circostanze e viste le autorità presenti ai funerali solenni".

Se l'avvocato non fa numeri, quelli arrivano invece dal cronista del telegiornale che parla dell'importo di diecimila euro per ciascuna vittima quale costo per i funerali. Cifra che, nei successivi rilanci di stampa, viene attribuita – e virgolettata – al legale. Il punto, per Loggia, non è se c'è un conto da pagare: è, invece, perché si è arrivati a febbraio con le fatture da saldare se quel pomeriggio, in piazza, c'erano un ministro del governo, il capo della Protezione civile e i vertici dell'amministrazione regionale e locale? "Le mie clienti sono disposte anche a fare un prestito per pagare, se la cifra dovesse essere quella. Noi non stiamo chiedendo niente a nessuno", puntualizza.

Perché il Comune non ha (ancora) pagato i funerali

"In occasione dei funerali, le famiglie hanno autonomamente scelto le onoranze funebri dalle quali farsi assistere", racconta a Fanpage.it il sindaco di Ravanusa Carmelo D'Angelo. "Abbiamo contattato i titolari delle ditte che sono state scelte e, già allora, ci siamo premurati di precisare che nulla avrebbe dovuto essere chiesto, in termini economici, ai familiari delle vittime". In quella circostanza, prosegue D'Angelo, lui stesso avrebbe ricevuto rassicurazioni in merito: "Mi era stato detto che avevano già parlato con le assicurazioni e che era tutto coperto". Le cose cambiano poco più di una settimana fa. "Vengo contattato da Luigi Pagliarello, il papà di Selene, che mi dice che ha saputo che il conto delle onoranze funebri non era stato pagato", continua il primo cittadino.

A quel punto, secondo il racconto del sindaco, lui e il padre della vittima dell'esplosione sarebbero andati insieme all'agenzia di onoranze funebri. "Lì abbiamo chiarito che, in effetti, il Comune non si era mai tirato indietro e che l'agenzia aveva garantito che non sarebbero stati chiesti soldi ai parenti". Secondo il racconto del primo cittadino, la questione si sarebbe chiusa lì: Comune o assicurazione o altri, non importava, purché non pagassero i familiari.

"Evidentemente, però, le cose sono cambiate, vista la notizia che è uscita in questo modo. L'amministrazione, lo ribadisco, è pronta a fare la sua parte", ripete. Per un prezzo ritenuto corretto, però. "Io, purtroppo, mi sono dovuto occupare del funerale di una persona cara che ho perso pochi mesi fa – aggiunge D'Angelo – Conosco perfettamente i prezzi di mercato, so quanto costa fare un funerale a Ravanusa. Io ho pagato 2800 euro. Siamo pronti a dare un contributo alle famiglie, ma senza speculazioni. Non solo per questo, ma per tutto". Per il primo cittadino, il tema non è chi paga (il Comune, lui non ne dubita) bensì quanto pagare. "Tra l'altro, se all'inizio non ci avessero detto che avrebbero pagato le assicurazioni, avremmo seguito una procedura diversa".

La versione dell'agenzia di pompe funebri

L'agenzia di pompe funebri, raggiunta telefonicamente, nega di avere emesso preventivi, fatto conti o staccato fatture. "Noi non abbiamo chiesto niente a nessuno – precisano – Non ci è sembrato il caso, viste le circostanze, di sollecitare. Non abbiamo sentito avvocati né assicurazioni né altri". Però i diecimila euro sono una cifra alla quale loro ritengono possibile arrivare: "Ci si può arrivare, sì – confermano – Non c'è solo il funerale, ci sono le sepolture, le lapidi. Ma ancora questi conteggi non li abbiamo fatti, non sappiamo neanche se dobbiamo fare un conto unico oppure no". Questo, naturalmente, dipende da chi paga. Poco dopo, ci inviano via WhatsApp il dettaglio della misura di sostegno prevista dall'Inail e denominata "assegno funerario", il cui importo è superiore ai 10.500 euro per persona. Forse per sostenere la tesi che l'eventuale applicazione di quella tariffa nel caso delle vittime di Ravanusa non sarebbe una "speculazione", per citare il primo cittadino.

Loro si sono occupati di sette delle nove vittime dello scoppio di via Trilussa. In pratica: due interi nuclei familiari, con la sola eccezione del professore Pietro Carmina e di sua moglie, Carmela Scibetta. Questi ultimi sono stati assistiti da una differente agenzia funeraria, che è già stata regolarmente pagata. "Tremiladuecento euro a persona", spiega Luigi Termini, legale che difende Mario Carmina, figlio delle due vittime. "In un atto di grande generosità, le esequie sono state pagate dall'azienda datrice di lavoro di Carmina, NH Hotel, che si è occupata di tutto", prosegue l'avvocato. "Diecimila euro è tre volte di più delle cifre applicate nel nostro territorio", conclude.

La nota del Comune di Ravanusa

"Appreso che, nonostante le rassicurazioni delle agenzie funebri, sarebbe stato richiesto ad alcuni familiari il pagamento delle esequie solenni del 17 dicembre 2021 e che tale ichiesta, oltre che inopportuna e deprecabile, appare incresciosa e spiacevole, l’amministrazione comunale,  su proposta del sindaco Carmelo D'Angelo, per evitare che vengano perpetrate azioni di sciacallaggio sulle famiglie delle vittime e inutili ed estemporanee speculazioni, ha impegnato  sul bilancio comunale la somma di 45mila euro quale contributo ai familiari delle nove vittime per le spese funerarie". È il contenuto di una nota inviata dal Comune di Ravanusa agli organi di stampa.

Nel frattempo, l'agenzia di onoranze funebri al centro della polemica fa sapere a Fanpage di avere provveduto a fare i conteggi relativi al costo per ciascuna salma, ottenendo un importo di poco superiore ai quattromila euro.

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