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È morto Pierpaolo Piras, sconfitto da un linfoma a 42 anni: la sua storia aveva commosso l’Italia

È morto a 42 anni Pierpaolo Piras, il papà di origine sarda ma residente a Foggia affetto da linfoma non-Hodgkin refrattario (Dlbcl), un tumore del sangue non operabile. La sua storia aveva fatto il giro del web: la sua famiglia aveva lanciato una raccolta fondi su GoFundMe per permettergli di volare in Israele e sottoporsi alla Car-T. Purtroppo anche quest’ultima cura non è riuscita a salvargli la vita. Lascia la moglie Daniela e i figli Maria Chiara e Sergio Paolo.
A cura di Ida Artiaco
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Non ce l'ha fatta Pierpaolo Piras, il papà 42enne residente a Foggia, ma originario della Sardegna, affetto da linfoma non-Hodgkin refrattario, chiamato Dlbcl, diffuso a grandi cellule B, un tumore del sangue considerato inoperabile. Le sue condizioni sono peggiorate negli ultimi giorni, fino al decesso verificatosi questa mattina nel reparto di nefrologia dell'ospedale Masselli Mascia di San Severo. La sua storia aveva commosso il web: la famiglia aveva infatti lanciato una raccolta fondi sulla piattaforma GoFundMe e aperto una pagina Facebook per rendere partecipi gli utenti su quanto avveniva nella sua vita, con la speranza di volare a Tel Aviv e sottoporsi alla Car-T, un complesso procedimento in cui alcune cellule del sistema immunitario vengono prelevate dal paziente, geneticamente modificate in laboratorio per poter riconoscere le cellule tumorali e poi re-infuse nello stesso paziente, considerata la sua ultima speranza.

In Israele, grazie alla generosità di quanti avevano partecipato al suo dolore, era volato poco tempo fa, poi il suo cuore ha smesso di battere per sempre. L'ultimo messaggio sulla pagina Facebook "Aiutiamo Pierpaolo", scritto dalla moglie Daniela e datato 6 gennaio 2020, recitava così: "Vi chiediamo perdono per il silenzio di tanti giorni ma per noi sono stati molto intensi e pieni di preoccupazioni. Oggi però possiamo dire che un piccolo spiraglio di luce in lontananza iniziamo a vederlo, Pierpaolo sta meglio, la terapia continua i suoi effetti e il nostro cuore ritorna a crederci…grazie a tutti voi, alle vostre preghiere, a tutto l'impegno dedicato alla realizzazione delle infinite manifestazioni noi siamo ancora qui e possiamo continuare la nostra battaglia. Non ci saranno mai abbastanza parole per esprimere la nostra gratitudine per la carica che siete riusciti a trasmetterci".

Come aveva raccontato lui stesso a Fanpage.it, il calvario di Pierpaolo era cominciato meno di un anno fa, a marzo. "Avevo dei semplici dolori addominali – aveva ricordato -. Mi sono sottoposto ad una serie di accertamenti ma mi avevano detto che poteva essere una forma di artrite. Invece, dopo una tac totale, mi è arrivata la terribile diagnosi: un linfoma non-Hodgkin, un tumore raro del sangue, già ad uno stadio aggressivo e non operabile". Da allora ha affrontato più cicli chemioterapici secondo le indicazioni dei protocolli medici nazionali, fino allo scorso mese di ottobre, ed è stato trattato anche con una terapia sperimentale attraverso il farmaco Polatuzumab arrivato direttamente dagli Stati Uniti. Poi, è volato a tel Aviv ma purtroppo nessuna cura ha sortito l’effetto sperato. Lascia i figli Maria Chiara e Sergio Paolo, rispettivamente di 11 e 8 anni.

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