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Dopo la pandemia covid nessuno si fida più dei mezzi pubblici, 8 su 10 usano mezzi privati

Il dati del sondaggio di Ipsos-Legambiente sulla ripartenza del Paese dopo la Pandemia presentato in occasione della nascita dell’Osservatorio sugli stili di mobilità degli italiani. Secondo l’indagine, distanziamento, areazione e sanificazione hanno provocato una diffusa paura collettiva e l’uso di autobus, tram, metropolitane e treni regionali è sceso al 70-80% rispetto al 2019.
A cura di Antonio Palma
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Dopo la pandemia covid e il sostanziale blocco dei trasporti, in Italia sono ormai in pochi a fidarsi dei mezzi pubblici visto che, anche dopo l’aumento della capienza di bus e treni, ancora oltre 8 italiani su dieci preferisce il mezzo privato. Con lockdown covid e riduzione dei posti disponibili per rispettare il distanziamento, il trasporto pubblico infatti ha dovuto fare i conti inevitabilmente con una massiccia riduzione di corse e passeggeri ma con l’arrivo dei vaccini e l’aumento della capienza si pensava che la situazione sarebbe presto tornata alla normalità ma, al contrario, ad oggi ancora tantissimi italiani cercano di evitare i più possibile i mezzi pubblici,

Il dato emerge dal primo sondaggio di Ipsos-Legambiente sulla ripartenza del Paese dopo la Pandemia presentato in occasione della nascita dell’Osservatorio sugli stili di mobilità degli italiani. Secondo la ricerca commissionata dall’associazione ambientalista, in tutte le grandi città italiane, dopo il lockdown, è aumentata la percentuale di chi predilige la vettura personale, spinto in gran parte dalla paura del contagio da coronavirus causato dall’inevitabile affollamento dei mezzi. Non solo, per evitare il trasposto pubblico locale, su scala nazionale, si cammina anche molto di più di prima e nelle grandi città gli spostamenti superiori ai 10 minuti a piedi equiparano o superano quelli in auto.

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Nel dettaglio, l’indagine, che ha preso in considerazione principalmente quattro grandi città come Milano, Torino, Napoli e Roma, ha evidenziato che, pur tornando ad uscire e a spostarsi, gli italiani usano molto meno i mezzi rispetto al periodo pre pandemia. Distanziamento, areazione e sanificazione hanno provocato una diffusa paura collettiva e l’uso di autobus, tram, metropolitane e treni regionali infatti è sceso al 70-80% rispetto al 2019.  Certo non tutti vanno più in ufficio tutti i giorni nelle grandi città e se prima 3 lavoratori su 4 si recavano quasi tutti i giorni sul posto di lavoro, oggi resta a casa il 69%.

La Cassazione ha stabilito che se quel termine si usa nei confronti di un automobilista indisciplinato che per esempio blocca il passaggio è legittimo, in altri casi non c’è questa tolleranza e può diventare un’offesa che vale una condanna.

A pesare sulla riduzione dell’uso dei mezzi pubblici però sono anche le annose problematiche del trasporto Pubblico visto che molti lamentano la scarsa copertura territoriale e l’aleatorietà degli orari dei mezzi a cui nelle grandi città si aggiunge l’insoddisfazione per le metropolitane sottodimensionate alle necessità, percorsi ciclabili e pedonalizzazioni. Una nota positiva arriva invece dall’uso della biciletta a pedalata assistita e soprattutto del monopattino che è nettamente cresciuto. Da questo punto di vista molto importante sono state le nuove politiche di mobilità tra servizi di sharing mobility

“L’accessibilità per tutti ai servizi di mobilità, in sicurezza e senza inquinare, è libertà e fattore di rilancio: chiediamo che accanto ai fondi PNRR il governo investa anche con la nuova legge di bilancio sulla mobilità sostenibile: più treni e autobus elettrici nelle città inquinate, più risorse ai Comuni per i Piani Mobilità Sostenibile e gli spostamenti ciclopedonali, più offerte fiscalmente deducibili per i lavoratori e i mobility manager comunali” ha dichiarato il presidente di Legambiente Stefano Ciafani.

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