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Denise Pipitone, la mamma Piera Maggio: “Chi l’ha rapita non veniva da lontano e voleva lei”

Piera Maggio è tornata a parlare della scomparsa della figlia Denise Pipitone, avvenuta a Mazara del Vallo il primo settembre 2004: “Chi l’ha rapita non veniva da lontano, non è una persona sconosciuta. La voleva per una motivazione precisa, facendoci male in modo così atroce. Avere una figlia strappata così violentemente è una cosa che non auguro nessuno”.
A cura di Ida Artiaco
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Denise Pipitone.
Denise Pipitone.

"Chi ha rapito Denise non veniva da lontano, non è una persona sconosciuta che è venuta a Mazara per prendere una bambina sotto casa sua". È tornata a parlare in pubblico Piera Maggio, la mamma di Denise Pipitone, la piccola scomparsa da Mazara del Vallo il primo settembre 2004. Lo ha fatto intervenendo nell’ambito degli "Incontri del Principe" che si sono tenuti nei giorni scorsi presso il Grand Hotel Principe di Piemonte di Viareggio. Piera non era fisicamente presente, a differenza dell'avvocato Giacomo Frazzitta, ma si è collegata via Skype con l’evento per parlare del mistero di quella figlia mai ritrovata a distanza di 17 anni. "Fin da subito – ha precisato la donna – la percezione è stata che chi avesse rapito Denise la conoscesse, che la volesse per una motivazione precisa, facendoci male in modo così atroce. Avere una figlia strappata così violentemente è una cosa che non auguro nessuno. Nessun genitore dovrebbe mai provarlo nella vita. Si è detto tanto in questi anni. Io ho chiesto sempre giustizia e spero che un giorno ciò avvenga. Non abbiamo mai perso la speranza di riabbracciare Denise. Un'ora dopo la sparizione io avevo già in mente dei nomi".

La madre di Denise ha raccontato di aver più volte ricevuto minacce da parte di Anna Corona, ex moglie del papà biologico di Denise, Pietro Pulizzi, e della prima figlia (assolta) Jessica Pulizzi, facendo riferimento ad alcuni specifici episodi: le sarebbero state bucate le gomme dell’auto, sarebbe stato appiccato un incendio al negozio di sua sorella e la stessa Anna Corona avrebbe detto al padre che l’avrebbe fatta pagare alla figlia. "Ho sempre detto che il mio caso è stato preso sotto gamba, per non parlare degli errori che ci sono stati in questa vicenda. La macchina di ricerca non si è attivata a dovere, anche se tante persone hanno messo anima e corpo per trovare Denise".

È poi intervenuto l'avvocato Frazzitta, secondo il quale, "quella mattina di settembre la piccola giocava sull'uscio dell'androne del garage. A un certo punto è arrivato il cuginetto Salvatore, un bimbo solo in mezzo alla strada, lei lo ha rincorso ed è uscita fuori. Tra Salvatore e Denise il rapitore ha scelto lei. È un dato che è emerso poco negli anni a proposito del fatto che chi ha preso Denise voleva lei e che sapeva che era figlia di Piera e Pietro Pulizzi". Sempre il legale di Piera Maggio ha evidenziato come il "caso Russia e di Olesya Rostova ha svolto un ruolo di motorino di accensione su questa vicenda. I bambini scomparsi vanno cercati sempre. Dal 2017, anno della la sentenza passata in giudicato con assoluzione piena di Jessica Pulizzi per reato di sequestro di minorenne, non ci siamo mai fermati. C'è omertà forte dietro questa storia. Toccare un bambino è qualcosa che è ripugnante pure per gli ergastolani. Da questo punto di vista l'omertà legata a questa storia può avere a che fare anche con questo: dire di sapere una cosa del genere ti potrebbe coinvolgere in una situazione più grande. Perché è inspiegabile come a Mazara del Vallo dopo 17 anni ci siano stati pochissimi elementi che abbiamo potuto portare in Procura. L'aspetto mediatico è stato fondamentale per riaprire il caso, ma non basta".

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