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Daniele De Santis ed Eleonora Manta uccisi a Lecce

Delitto di Lecce, l’infermiere: “Arrabbiato per una delusione d’amore”

Respinto da una compagna di corso. Antonio De Marco, l’aspirante infermiere che ha ucciso Eleonora Manta e Daniele De Santis lo scorso 21 settembre, ha ammesso di fronte al giudice che un ‘ingrediente’ della rabbia che lo ha messo a uccidere, potrebbe essere la ‘delusione amorosa’ di qualche tempo prima.
A cura di Angela Marino
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Respinto da una compagna di corso. Antonio De Marco, l'aspirante infermiere che ha ucciso Eleonora Manta e Daniele De Santis lo scorso 21 settembre, ha ammesso di fronte al giudice che un ‘ingrediente' della rabbia che lo ha messo a uccidere, potrebbe essere la ‘delusione amorosa' di qualche tempo prima. "È successo un paio di mesi fa qui a Lecce. Una compagna di corso. Non ci sono uscito, ci frequentavamo nell'ambito universitario, ma lei mi ha detto che dovevano restare amici".

Un'altra ‘delusione amorosa' risalirebbe a  qualche anno prima quando De Marco era studente alla Facoltà di Biologia.  In quel caso si trattava di una  ragazza più giovane di qualche anno che aveva rifiutato le sue avances perché "stava pensando ad un altro". De Marco ha ammesso di esserci rimasto male, ma ha minimizzato la portata dell'accaduto. E quando il pm Maria Consolata Moschettini gli ha chiesto se non fosse rimasto colpito quando Daniele gli aveva presentato Eleonora – che peraltro porta lo stesso nome di una delle due ragazze – De Marco ha risposto "no". Il ventunenne ha rivelato di non aver mai avuto una fidanzata.

Nulla, invece, ha aggiunto sul movente del duplice delitto che finora De Marco ha attribuito solo alla rabbia per la ‘felicità' della coppia. Una rabbia che potrebbe essere estesa non solo alla felicità di coppia, ma anche all'integrazione sociale. Schivo e introverso, De Marco, come ha raccontato lui stesso, aveva appena completato una lettura che appare indicativa. L'infermiere aveva da poco terminato ‘Re Riccardo' di Shakespeare, la tragedia che ha per protagonista un personaggio che William Shakespeare descrive come malforme e gobbo, osteggiato e ignorato dal prossimo. Un personaggio che riesce alla fine a impadronirsi del trono, uccidendo quasi tutti i membri della sua famiglia.

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