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Coronavirus, Locatelli (Iss): “Chiara decelerazione della curva dei contagi”

Il presidente del Consiglio superiore di sanità, Franco Locatelli, segnala come i nuovi dati, emersi dall’ultimo monitoraggio settimanale sull’emergenza Coronavirus, facciano segnare una “iniziale ma chiara decelerazione della curva di trasmissibilità della curva”. Inoltre, da quattro giorni è in calo il numero “degli ingressi in terapia intensiva”.
A cura di Stefano Rizzuti
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L’Istituto superiore di sanità presenta i dati relativi all’ultimo monitoraggio settimanale, sulla base del quale è stato deciso l’ingresso in zona arancione e in zona rossa di alcune Regioni. Franco Locatelli, presidente del Consiglio superiore di sanità, sottolinea che si iniziano a vedere gli effetti delle misure messe in campo con i dpcm: “’C’è una iniziale ma chiara decelerazione della curva di trasmissibilità della curva. Il dato dell’Rt è evidentemente una sorta di indicatore di questo tipo di variazione della curva e della decelerazione. Va sottolineato che i dati fanno riferimento alla settimana che va dal 2 all’8 di novembre, con la sola eccezione dell’occupazione dei posti letto nelle terapie intensive e nelle aree mediche perché qui il dato è più aggiornato”.

La situazione rimane critica, secondo Locatelli, ma nonostante questo si inizia “a vedere in maniera chiara e inequivocabile una decelerazione, che andrà confermata”. Locatelli sottolinea inoltre che ieri è stato “il quarto giorno di fila in cui c’è stata una riduzione degli ingressi in terapia intensiva: da 122 fino ai 60 di ieri”. Gianni Rezza, presidente del dipartimento Prevenzione del ministero della Salute, invece, ricorda che per vedere gli effetti delle misure e far tornare, eventualmente, le Regioni in fasce minori di rischio (per esempio dall'arancione alla gialla) è necessario aspettare due settimane. Rezza aggiunge: “C’è una certa diminuzione della trasmissione, che potrebbe essere attribuibile ai provvedimenti implementato. Rt è il primo parametro da monitorare quando c’è un’inversione di tendenza. Gli altri indicatori sono ancora in crescita: il numero di ricoveri e, soprattutto, quelli in terapia intensiva”. “Vediamo degli effetti che ci suggeriscono una tendenza positiva, perché alcune Regioni che avevano un Rt da zona rossa vanno incontro a una de-escalation”, aggiunge ancora Rezza parlando di un "quadro che ci fa sperare".

Silvio Brusaferro, presidente dell’Istituto superiore di sanità, sottolinea che “c’è una lieve flessione dell’Rt, ma non un calo della curva: il numero dei casi è ancora significativo, quindi non c’è da allentare la tensione”. Poi “l’età mediana delle persone che contraggono l’infezione sta progressivamente crescendo, non siamo ai livelli di marzo però sta lentamente crescendo”, mentre la parte “di asintomatici supera abbondantemente il 50%”.  Altro tema è quello della resilienza dei servizi sanitari, per cui si segnala una “difficoltà nel rintracciare le catene di contagio”, tanto più elevata quanto più crescono i contagi quotidiani. In aumento sono anche le curve per i ricoveri sia in area medica che in terapia intensiva, per cui in Italia si stanno raggiungendo le soglie del 40% e del 30%. “Nelle proiezioni che si vanno a fare si deve tener conto anche dei posti letto attivabili”, sottolinea comunque Brusaferro. Secondo cui l'obiettivo è quello di far scendere l'indice Rt al di sotto dell'1 nel più breve tempo possibile.

Un tema affrontato in conferenza stampa è quello delle mascherine. Sia Rezza che Brusaferro sottolineano come le mascherine chirurgiche, oltre ad essere più facilmente sopportabili, siano sufficienti e come stiano mostrando “il loro effetto in tutto il mondo”. Rezza aggiunge: “Se tutti portano la mascherina l’effetto di popolazione è piuttosto forte, si stima da alcuni studi tra il 70% e l’80%”. Brusaferro sottolinea che le Ffp2 sono invece maggiormente a carattere professionale e richiedono specifiche modalità di utilizzo: “Il tempo di utilizzo di queste mascherine per i professionisti è più limitato, anche rispetto alle mascherine chirurgiche”. In ogni caso Rezza non si dice contrario all’uso da parte della popolazione delle Ffp2, nel caso in cui non ci sia carenza e non servano solamente agli operatori sanitari.

Locatelli risponde poi a una domanda su come sarà il prossimo Natale, con la convivenza con il Coronavirus: "Convivere con il nuovo Coronavirus è una realtà rispetto alla quale non possiamo prescindere almeno fino a che non ci sarà la possibilità di vaccinare un alto numero di soggetti. Non possiamo pensare che il periodo natalizio faccia eccezione. L’auspicio è di arrivarci con una curva piegata verso il basso, ma non possiamo poi pensare di fare eccezione in quel periodo dando luogo a festeggiamenti del Natale come quelli a cui eravamo abituati prima del periodo pandemico. Andranno tenute ben presente tutte le misure di attenzione e di responsabilità individuale per non vanificare gli sforzi, perché è chiaro che se ce li dimenticassimo faremmo un errore madornale che ci farebbe ripiombare in una situazione difficile".

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