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Cliente al bar sente i loro discorsi e li denuncia: carabinieri trovano in casa esplosivo e detonatori

Il singolare ritrovamento, avvenuto  in provincia di Belluno, vede protagonisti un 68enne e un 71enne finiti agli arresti con l’accusa di detenzione e trasporto  di materiale pericoloso.
A cura di Antonio Palma
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Alla parola esplosivo, proferita senza nessun timore da due avventori durante una chiacchierata al bar, un altro cliente del locale si è insospettito e ha avvertito i carabinieri. Così i miliari dell'arma hanno scoperto ben quattro chili di esplosivo, insieme a detonatori e micce, detenuti in un'abitazione famigliare, senza nessuna precauzione ma solo avvolti in semplici sacchetti di plastica.

Il singolare ritrovamento, avvenuto  in provincia di Belluno, vede protagonisti un 68enne e un 71enne finiti agli arresti con l'accusa di detenzione e trasporto  di materiale pericoloso.  Scenario dell'incredibile vicenda, come ricostruisce il Corriere delle Alpi, il comune di Cesiomaggiore dove sono dovuti intervenire anche gli artificieri antisabotaggio del Comando carabinieri di Padova per mettere insicurezza l'esplosivo e portarlo via.

Tutto è nato lo scorso fine settimana quando i due indagati, ora finiti ai domiciliari nelle rispettive abitazioni, si sarebbero messi d'accordo per uno scambio di esplosivi seduti tranquillamente al tavolino del bar del paese senza preoccuparsi di nascondere le loro parole. Qualcuno non ha potuto fare a meno di ascoltare i loro discorsi e li ha segnalati ai carabinieri.

Visti i precedenti di uno di loro, è scattata così la prima perquisizione che ha rinvenuto effettivamente in un deposito oltre un chilo di esplosivo da cava insieme a detonatori e alcune micce. L'uomo ha ammesso che a fornirgli il tutto era stato l'amico a casa del quale i carabinieri hanno trovato un'altra ventina di candelotti di esplosivo e alcuni chili di polvere da sparo, oltre a un proiettile di artiglieria e cartucce da caccia.

Nessuno dei due ha spiegato il motivo del possesso di esplosivo e per loro è scattato l'arresto, confermato dal giudice di fronte al quale si sono avvalsi della facoltà di non rispondere

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