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Cassazione: “Dipendente fa troppe pause caffè? Giusto licenziarlo”

Secondo i giudici della Suprema Corte, l’azienda è legittimata ad effettuare controlli con sistemi gps o con agenzia di investigazione, al fine di verificare se il dipendente fuori sede sta davvero lavorando. E licenziarlo in caso di troppe pause.
A cura di Biagio Chiariello
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Il dipendente che si assenta dal luogo di lavoro per pause caffè troppo prolungate da oggi sarà costretto a rivedere le proprie abitudini. La Corte di Cassazione ha infatti ritenuto legittimo il licenziamento di un lavoratore fuori sede, sorpreso grazie a un sistema Gps e l'ausilio di un'agenzia privata di investigazioni, a concedersi troppe pause in bar e ristoranti fuori dalla zona di lavoro per intrattenersi a parlare con i colleghi. "La determinazione della collocazione e della durata delle pause non può essere rimessa al totale arbitrio del lavoratore" si legge nelle motivazioni della sentenza.

Secondo i giudici della Suprema Corte la società è legittimata a controllare l'operato del lavoratore fuori sede attraverso un sistema di posizionamento, considerandolo “controllo difensivo utile ad accertare eventuali comportamenti illeciti, mancanze e atteggiamenti inidonei rispetto alla normale attività lavorativa che possono ledere l'immagine dell'azienda”. La Cassazione ha stabilito che la determinazione della collocazione e della durata delle pause non può essere rimessa al “totale arbitrio del lavoratore”, ma che non deve nemmeno essere confusa con i momenti di “soddisfazione delle necessità fisiologiche

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