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Roberta Martucci uccisa per un segreto, c’è chi dopo 20 anni non vuole la fiaccolata

“Queste iniziative sono inutili, tanto non avrà mai giustizia”, sono i commenti di alcuni utenti al post che annunciava la fiaccolata organizzata a Torre San Giovanni (Lecce), per tenere viva l’attenzione sul caso di Roberta Martucci, scomparsa 20 anni fa. Nonostante i commenti negativi, la marcia, organizzata con Penelope Italia, si terrà il 19 agosto e partirà da dove Roberta fu vista per l’ultima volta. La criminologa consulente del caso: “Così l’omertà ha impedito di risolvere tanti casi”.
A cura di Angela Marino
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Il 19 agosto 1999, quasi vent'anni dopo la sua scomparsa, il Salento ricorda Roberta Martucci con una fiaccolata. La marcia, organizzato con l'associazione Penelope Italia, partirà simbolicamente dalla casa di Roberta a Torre San Giovanni (Lecce), da dove la notte del 19 agosto di 20 anni fa, si allontanò sorridente a bordo della sua Fiat ‘Uno' bianca, per non fare mai più ritorno. Per la scomparsa di Roberta è stata recentemente aperta un'indagine per omicidio a carico di ignoti.

Tutti i casi irrisolti per ‘omertà'

L'iniziativa organizzata dalla famiglia, tuttavia, sui social network ha incontrato critiche e commenti negativi. "Non serve a nulla ricordarla, lasciatela in pace". "È inutile, la giustizia non serve", hanno scritto su Facebook alcuni utenti, provocando l'ira della famiglia e il disappunto del team investigativo di parte civile, che dopo anni ha chiesto e ottenuto che la procura riaprisse il caso sulla scorta di nuovi elementi.  "Ecco cosa si scrive sotto la foto di una fiaccolata in memoria di una giovane donna scomparsa"  – scrive su Facebook la criminologa Isabel Martina, consulente del caso – ed è così che non abbiamo mai saputo nulla di Peppino Basile, di Mauro Romano, di Daniele Gravili e dell'omicidio dell'imprenditore Giovanni Mauro" commenta citando alcuni noti casi di cronaca nera del Salento.  Nonostante le critiche la fiaccolata, naturalmente, si terrà. "Chiedo a tutta la popolazione di Ugento, e non, di partecipare alla fiaccolata perché Roberta non deve essere dimenticata" ha scritto Lorella Martucci, la sorella di Roberta.

La storia di Roberta Martucci

Il caso Roberta Martucci risale al 1999. Roberta, 28 anni, ultima di cinque figlie di una famiglia di Torre San Giovanni, fa l’operatrice in un centro di assistenza agli anziani. È single da poco, avendo chiuso serenamente una relazione di lunga data. Roberta viene vista per l'ultima volta la sera del 20 agosto 1999, quando sale alla guida della sua Fiat Uno bianca per andare a passare qualche ora dall'amica Rory a Gallipoli.  Non arriverà mai a casa della ragazza e la sua auto verrà ritrovata, vuota, in via Genova, a Gallipoli. L'auto viene rottamata senza che abbia fornito elementi di rilievo per le indagini e mentre le indagini brancolano nel buio c'è chi si prende il disturbo di inviare un fax anonimo chiedendo di indagare sulle amiche di Roberta, Rory e Rita. Le due ragazze si spaventano, si chiudono, rifiutano che qualcuno possa sospettare di loro e del resto, a loro carico non c'è niente che possa provare un coinvolgimento.

Quel segreto inconfessabile che la legava a un parente

Molti anni dopo l'archiviazione l'avvocato Fabrizio Ferilli e le criminologhe Isabel Martina e Roberta Bruzzone, hanno chiesto la riapertura del caso sulla base di nuove indagini difensive. Le ricerche del team sono partire dal contesto famigliare di Roberta e da un inconfessabile segreto condiviso per anni da alcune delle sorella. Molti anni dopo la scomparsa della ragazza, Sabrina, una delle sorelle ha ammesso pubblicamente di aver subito molestie sessuali da un parente e che forse, sebbene non ne abbiamo mai parlato, è verosimile che Roberta potesse esserne stata vittima. E proprio da questo inquietante interrogativo sono mosse le indagini: la morte di Roberta è collegata a questo segreto?

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