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Caso Marcello Vinci, morto in Cina. La richiesta alla famiglia: “4mila euro per eseguire l’autopsia”

Le autorità cinesi hanno chiesto alla famiglia di Marcello Vinci il pagamento anticipato di 4mila euro per eseguire l’autopsia sul corpo del giovane, morto in circostanze non ancora chiarite il 6 marzo a Chengdu.
A cura di Davide Falcioni
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La verità sulle cause della morte di Marcello Vinci, il 29enne di Fasano deceduto il 6 marzo a Chengdu (Cina) in circostanze ancora da chiarire, passa per il pagamento di 4mila euro: tanto infatti dovrà versare in anticipo la famiglia del giovane affinché le autorità sanitarie cinesi possano eseguire l'autopsia sul corpo del giovane, esame fondamentale per accertare cosa sia accaduto ormai più di un mese e mezzo fa; le spese per le analisi tossicologiche potranno invece essere corrisposte dopo il referto. Ostacoli economici e burocratici che tuttavia, come spiega Repubblica, non impediranno ai familiari di Marcello di andare fino in fondo per scoprire la verità su cosa sia accaduto.

Dopo aver in un primo momento ipotizzato il suicidio – tesi a cui i familiari non hanno mai creduto – l'inchiesta della polizia cinese parla oggi più genericamente di "caduta dall'alto". Marcello è stato trovato morto, tra il 5 e il 6 marzo, ai piedi di un palazzo a Chengdu, in via Minchan 123: si tratterebbe dell'abitazione di un uomo cinese di 45 anni che il ragazzo avrebbe conosciuto alcuni giorni prima sui social e che, dopo essere stato fermato per due settimane dalla polizia, è stato rilasciato. Un altro episodio ha turbato nei giorni scorsi ulteriormente la vicenda: la mamma del giovane ha segnalato alla polizia l'utilizzo abusivo delle foto di Marcello, usate come immagine di copertina e del profilo di un profilo Facebook di un certo "Fabio Terra", attivo fino al 18 marzo scorso, poi chiuso.

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Marcello Vinci si era trasferito in Cina dopo gli studi e – dopo aver lavorato per un'azienda italiana – da tempo era impegnato come insegnante in una scuola del Consolato: parlava agevolmente il cinese ed era quotidianamente in contatto con i familiari, che hanno escluso categoricamente l'ipotesi del suicidio. Il 29enne era molti attivo sui social, da dove raccontava ai suoi contatti la cultura del gigante asiatico e le abitudini del Paese in cui viveva, pubblicando testimonianza e  fotografie. Ciononostante, anche a causa delle dure restrizioni Covid, il 29enne era determinato a tornare presto a casa. Non a caso il 6 dicembre del 2022 scriveva su Facebook: "L'unico desiderio sotto l'albero è che questo sia il mio ultimo anno in Cina".

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