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Bimba nasce dal marito morto due anni fa. “Vittoria figlia di un amore più grande della tragedia”

Quasi due anni fa l’incidente fatale del cestista Attilio Pierini, la moglie Francesca ha portato avanti la fecondazione assistita. Due settimane fa a Civitanova Marche è nata Vittoria: “Per me è il regalo più grande”.
A cura di Biagio Chiariello
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“Quando da grande si guarderà allo specchio, vedrà suo padre. E io oggi guardando lei mi vedo lui accanto. È davvero uguale uguale. Per me è il regalo più grande e mi auguro che mia figlia sarà felice di essere venuta al mondo. Anche se suo padre non potrà mai abbracciarlo". Sono passati quasi due anni dall’incidente stradale nel quale il cestista Attilio Pierini, all’epoca 38enne, è rimasto ucciso. Due settimane fa è avvenuto un piccolo miracolo. Sua moglie, Francesca Polli, ha dato alla luce la loro primogenita, Vittoria, all’ospedale di Civitanova, grazie alla fecondazione assistita. La donna ne ha parlato con Repubblica.

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“Sono serena, sono felice. So che ci saranno momenti duri, ma in realtà non ho deciso da sola, Attilio voleva fortissimamente questo figlio, come lo volevo io. Non era venuto nei primi anni di matrimonio e così abbiamo intrapreso insieme tutto il percorso che era ormai definito. Eravamo alla fine, aveva già gli embrioni e gli embrioni sono vita. Ma ci siamo dovuti fermare un attimo prima perché non ero stata bene, poi è arrivato il Covid. E poi, l’incidente. Da sola ho affrontato solo l’ultimo passo, l’impianto di quella vita” spiega dalla sua casa di Porto Recanati.

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Nell'incidente era rimasta coinvolta anche la stessa Francesca. “Sono rimasta in coma per più di un mese – ricorda – poi ad agosto ho avuto un nuovo peggioramento e ho subito due interventi alla testa, i medici temevano che potessi sopravvivere in stato vegetativo, lo avevano già detto ai miei genitori. E invece è successo il miracolo. Per questo, a dicembre, quando sono tornata a casa, ho pensato che fossi sopravvissuta proprio per portare a termine il cammino che avevamo intrapreso con Attilio. E lui – conclude – l’ho sempre sentito vicino”.

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