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Bari, ladri rubano l’auto a una disabile poi la restituiscono: “Scusate, anche noi abbiamo un cuore”

La Fiat Doblò rubata la scorsa settimana a Maria Elena Barile Damiani, donna affetta da sclerosi multipla, è stata restituita ieri dopo un accorato appello della figlia su Facebook con tanto di bigliettino di scuse da parte dei ladri: “Anche noi abbiamo un cuore, scusateci, non sapevamo della vostra patologia. Scusateci ancora. I ladri”.
A cura di Davide Falcioni
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Si è conclusa con un lieto fine la disavventura capitata a Maria Elena Barile Damiani, la donna barese di 56 anni affetta da sclerosi multipla a cui nei giorni scorsi era stata rubata l'auto, una Fiat Doblò parcheggiata davanti all’ospedale Di Venere di Carbonara: vista la sua disabilità quella vettura era l'unico mezzo che le permetteva di essere autonoma e proprio per questo poche ore dopo il furto la figlia aveva lanciato un appello su Facebook rivolgendosi proprio ai ladri e chiedendo loro di "mettersi una mano sul cuore" e restituire la macchina. Incredibilmente la richiesta è andata a buon fine e i malviventi hanno riconsegnato la Fiat con tanto di biglietto di scuse: "Anche noi abbiamo un cuore. Scusateci non sapevamo della vostra patologia… Scusateci ancora…. I ladri". La macchina è stata recuperata nel pomeriggio di ieri dai carabinieri a Valenzano.

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È stata proprio Rita, la figlia di Maria Elena Barile Damiani, ad annunciare il ritrovamento della vettura ancora una volta sui social network: "Grazie mille a tutti, siete stati fondamentali per questo felice epilogo: l’unione fa la forza!". Intervistata dalla Gazzetta del Mezzogiorno ha poi aggiunto: "Quell'auto rappresenta le sue ali, le sue gambe, il suo unico mezzo di libertà. Quando ce l’hanno rubata abbiamo voluto lanciare un appello perché è di primaria importanza per le esigenze di mia madre. E ai ladri che ce l'hanno restituita sono grata, ma resto amareggiata". Sebbene la restituzione della vettura rappresenti senza dubbio una buona notizia le reazioni in famiglia sono state molto diverse: "Mia sorella è rimasta molto colpita, io grata ma comunque amareggiata, perché la macchina è così particolare per le attrezzature per disabili e ormai così nota sui social dopo il nostro appello che non avrebbero potuto farci niente".

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