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Bari, il dottore che prescrive cannabis gratuitamente a 200 pazienti al mese

A Terlizzi (Bari) dove il dottor Felice Spaccavento prescrive cannabis gratuitamente a 200 pazienti al mese per diverse patologie. Secondo il medico il fine ultimo è quello di normalizzare questo tipo di terapia, e di eliminare la grossa mole di burocrazia che c’è dietro a questo processo.
A cura di Mario Catania
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“Ho iniziato a prescrivere cannabis 4 anni fa, e c’è stata una crescita esponenziale, oggi prescrivo cannabis a 150/200 pazienti al mese”. Il dottor Felice Spaccavento, coordinatore delle Cure Palliative della ASL di Bari, inizia così a raccontare la sua esperienza con la cannabis medica. A Terlizzi, dove esercita il medico, ormai i pazienti che usano cannabis sono diventati una buona parte del totale di persone che il dottore segue quotidianamente in maniera instancabile e sempre disponibile.

Non a caso ci troviamo in Puglia, una delle Regioni italiane che hanno messo a punto un’ottima legge regionale, che prevede la gratuità della dispensazione di cannabis per diverse patologie, e che porta pazienti a fare centinaia di chilometri dalle Regioni limitrofe per ottenere una prescrizione o rinnovare il proprio piano terapeutico. Anche perché la stessa prescrizione effettuata da Spaccavento in ambulatorio, non ha nessun costo per il paziente. “Ricevo pazienti da Basilicata e Calabria, ma ne ho addirittura anche qualcuno in Sicilia”, sottolinea lui, “perché in queste Regioni non è stato ancora completato l’iter Regionale”, che invece in Puglia funziona bene.

La cannabis qui viene dispensata per tutto l’ambito che riguarda le cure palliative e per la terapia antalgica – il trattamento del dolore – oltre che per pazienti affetti da patologie neurologiche come il Parkinson, pazienti oncologici, o ancora altri che hanno bisogno di terapie di supporto o della stimolazione dell’appetito. Per il futuro il dottore sostiene che sarebbe utile iniziare ad usare i derivati della cannabis anche per il trattamento delle patologie depressive, o, come già accade, per i bambini affetti da forme di epilessia farmaco-resistenti.

A livello nazionale invece, secondo Spaccavento, le priorità sarebbero quelle di mettere la cannabis a carico del sistema sanitario nazionale, e poi di aumentare la produzione nazionale di cannabis, auspicando centri di produzione regionale che possano contrastare la carenza che nel nostro paese si ripresenta ciclicamente e per aprire definitivamente un nuovo mercato lavorativo ed economico.

Secondo il medico il fine ultimo è quello di normalizzare questo tipo di terapia, e di eliminare la grossa mole di burocrazia che c’è dietro a questo processo. “Siamo diventati un bel pase che prescrive oppiodi in maniera molto semplice, sburocratizzando questa procedura, dobbiamo farlo anche per i cannabinoidi perché ovviamente queste terapie portano al centro il bisogno dei malati”.

Anche perché, nonostante la situazione in Puglia sia migliore rispetto ad altre zone d’Italia, persistono diversi problemi. Francesco, paziente che abbiamo incontrato in ambulatorio, si ritiene fortunato per avere incontrato subito il dottor Spaccavento, “perché purtroppo, in Italia, tanti dottori si ostinano a non voler prescrivere questo farmaco”. E nonostante la disponibilità di Spaccavento deve fare un’ora di macchina ogni sei mesi per rinnovare la prescrizione, recarsi dal proprio medico una volta al mese per fare la domanda, e poi alla farmacia territoriale, che importa la cannabis da un’altra farmacia dove si deve recare facendo un’altra ora di macchina.

“Per la gestione del dolore”, spiega Francesco, “che è veramente una brutta esperienza che non auguro a nessuno, funziona bene e lo allevia molto. Funziona anche a livello psicologico perché stare con meno dolore significa aumentare la qualità della vita e quindi riuscire a fare più cose e quindi vivere meglio, sicuramente”.

“Sarebbe bello”, conclude, “che questi prodotti a base di cannabis siano più facili da prescrivere e che siano più fruibili per tutti. Perché è un’ingiustizia così”.

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