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Baby reginetta di bellezza uccisa, dopo 23 anni un ex sospettato confessa: “Sono stato io, ma l’amavo”

Gary Oliva, 54 anni, un ex-sospetto nel caso e oggi detenuto per un’altra condanna per abusi su minori avrebbe confessato l’omicidio di JonBenét Ramsey,la baby-reginetta di bellezza uccisa la notte di Natale a Boulder, Colorado nel 1996. Sul corpo della piccola vennero trovati segni di abusi sessuali cronici.
A cura di Angela Marino
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Un pedofilo condannato avrebbe confessato l'omicidio della piccola JonBenét Ramsey,la baby-reginetta di bellezza morta la notte di Natale a Boulder, Colorado. Gary Oliva, 54 anni, un ex-sospetto nel caso e oggi detenuto per un'altra condanna per abusi su minori, avrebbe ammesso di aver ucciso "per caso" la bimba . La ‘confessione' è contenuta in alcune lettere inviate a un vecchio compagno di scuola, Michael Vail. "Non ho mai amato nessuno come JonBenét, eppure l'ho lasciata morire" – scrive il condannato Oliva. "È stato un incidente, per favore credimi, non era come gli altri bambini". In un'altra lettera, si dice che Oliva abbia detto: "Eppure per caso è morta ed è stata colpa mia".

Il caso

Il delitto che ha sconvolto l'America negli anni Novanta risale alla notte tra il 25 e il 26 dicembre 1006. La vittima, modella e reginetta di bellezza pluripremiata a soli sei anni, è la figlia di Jhon Ramsey, imprenditore milionario e di Patsy Ramsey, ex miss West Virginia. Proprio lei chiamerà il 911 la mattina di Santo Stefano, denunciando di aver trovato un biglietto con una richiesta di riscatto. Il caso di JonBenet inizia, dunque, come sequestro e si evolve in poche ore in omicidio, quando la piccola viene trovata cadavere nel seminterrato della villetta, con il cranio sfondato e segni di strangolamento sul collo. L'autopsia rileva sul corpo segni di abusi sessuali cronici.

La tesi alternativa: uccisa dal fratellino

Le indagini, che in un primo momento si rivolgono alla famiglia, non portano a nessuna pista senza che nel caso, tuttavia, manchino i colpi di scena. Diversi criminali sessuali si autoaccuseranno dell'omicidio della piccola, senza produrre alcuna prova. Alcuni anni dopo i fatti, un documentario della BBC proporrà una scioccante ipotesi investigativa, indicando come responsabile il Burke Ramsey, il fratello della vittima che all'epoca dei fatti aveva 9 anni. Il ragazzino avrebbe ucciso sua sorella in uno scatto d'ira nel cuore della notte, colpendola con una torcia posta sul tavolo della cucina, e i genitori sarebbero intervenuti per coprirlo, inscenando un rapimento. Nonostante il clamore suscitato dal documentario, la tesi non è stata mai seguita dagli inquirenti e nel 2016, il fratello maggiore di JonBenet ha rilasciato la prima intervista pubblica in 20 anni per negare di aver ucciso la sorella. Il caso è al centro di un documentario di Netflix del 2017, "Casting JonBenet".

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