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La morte di Sissy Trovato Mazza

Agente ferita, il caso nelle mani di una testimone: potrebbe aver visto chi ha sparato a Sissy

Mentre la Procura si appresta ad archiviare un caso attraversato da molteplici ombre, gli avvocati della famiglia di Sissy Trovato Mazza cercano una testimone chiave. Si tratta della donna ripresa dalle telecamere dell’ospedale civile di Venezia pochi istanti prima che l’agente Sissy venisse trovata in un lago di sangue. Cosa ha visto la misteriosa donna in verde?
A cura di Angela Marino
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L'agente Sissy Trovato Mazza ha fatto rientro a casa in Calabria dopo l'ennesimo intervento chirurgico, ma mentre la giovane lotta strenuamente per la vita, il caso di cui è la sfortunata vittima, sta per essere archiviato. Nonostante le numerose incongruenze, infatti, la Procura potrebbe chiudere il caso del ferimento della poliziotta come ‘tentativo di suicidio'. Per questo, tra le priorità dei legali della famiglia, gli avvocati Mariella Sicari e Fabio Anselmo, legale dei casi Cucchi e Aldrovandi, c'è l'identificazione di una testimone chiave nel caso. Si tratta della donna che il 1° novembre 2016 si trovava nel corridoio dell'ospedale civile di Venezia, dove l'agente venne ritrovata in fin di vita in una pozza di sangue.

La testimone misteriosa

La testimone, mai identificata, è stata ripresa dalla videocamera di sorveglianza dell'ospedale mentre si muove tra l'ascensore e il varco di ingresso, tornando sui suoi passi. Anche se dalle immagini non è visibile il vano dell'ascensore, il suo atteggiamento suggerisce che abbia visto qualcosa e che sia tornata indietro per verificare. La scena che la donna potrebbe aver visto è quella di Sissy riversa nel suo sangue dopo lo sparo. Non a caso pochi secondi dopo sulla scena compaiono i soccorsi.

La detenuta

Altra testimone chiave del caso è la detenuta che l'agente Sissy era andata a controllare presso il reparto maternità dell'ospedale, dove era ricoverata per aver partorito una bimba. La donna, reclusa nel carcere femminile della Giudecca dove l'agente Sissy era in servizio, dichiara di aver ricevuto la visita di controllo alle 11 e di aver notato che Sissy era silenziosa e assente. Dopo aver visitato la detenuta – che non aveva alcun bisogno di piantonamento ma solo di una visita di controllo, avendo un basso profilo di pericolosità – Sissy si allontana (VIDEO), ma invece di uscire dall'edificio torna indietro all'ascensore.

Lo sparo

Dalla visita allo sparo passano alcuni minuti. Sissy è fuori dall'occhio della telecamera, dove appariranno uno alla volta, i testimoni del caso: un uomo e due donne, una delle quali, è la testimone X, quella non identificata. Quanto agli altri due, nessuno riferisce di  aver sentito lo sparo. È questa la circostanza più anomala di tutta la vicenda: nessuno, nel raggio di pochi metri dalla tromba dell'ascensore, ha sentito il fragore dello sparo. Com'è possibile? Come può una Beretta Calibro nove, utilizzata in un luogo chiuso non produrre alcun suono?

Le impronte

Una palese incongruenza con l'ipotesi suicidiaria è anche l'assenza di impronte digitali sull'arma trovata in ascensore. Se Sissy si è accasciata dopo lo sparo, chi ha pulito l'arma? Anche se fosse stata Sissy a sparare, come ipotizza la Procura, la mancanza di impronte suggerisce che qualcuno abbia pulito l'arma, quindi Sissy non era sola. Tanto basterebbe, secondo gli avvocati, a dare impulso a nuove indagini.

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