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Abusi nella Chiesa italiana, Zuppi: “Priorità a dolore vittime”. Approvato documento per tutelare minori

Il nuovo presidente della Conferenza episcopale italiana annuncia un report da parte della Chiesa italiana sulle attività di prevenzione e sui casi di abuso segnalati o denunciati. Si soffermerà sui casi dal 2000 al 2021.
A cura di Biagio Chiariello
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Il pensiero è sempre per le vittime, il loro dolore è la prima preoccupazione“. Sono le parole del nuovo presidente della Conferenza episcopale italiana, il cardinale Matteo Maria Zuppi, nella conferenza stampa al termine dell’assemblea generale, nel quale è stat approvato un documento con "cinque linee di azione per una più efficace prevenzione del fenomeno degli abusi sui minori e sulle persone vulnerabili". Oltre a potenziare la rete dei ‘Centri di ascolto', che ora coprono il 70 per cento delle diocesi italiane, i vescovi hanno deciso in particolare di "attuare un primo Report nazionale sulle attività di prevenzione e sui casi di abuso segnalati o denunciati alla rete dei Servizi diocesani e interdiocesani negli ultimi due anni, e di avviare un’analisi sui dati di delitti presunti o accertati perpetrati da chierici in Italia nel periodo 2000-2021, custoditi dalla Congregazione per la Dottrina della Fede” .

Il cammino sinodale è una scelta importante della Chiesa e non è solo un cammino interno. Sono incontri con i tanti compagni di viaggio, la Chiesa ascolta si sente compagna di viaggio”, con l’”ascolto” la Chiesa vuole essere “madre che vuole ripartire dal camminare insieme”, per “trovare risposte a tanta sofferenza e tante domande di senso e di futuro”, ha aggiunto il neopresidente della Cei in conferenza stampa. “Non c’è nessuna volontà di copertura, è solo un problema di serietà. Non abbiamo interesse a suonarcela e cantarcela da soli, vogliamo una chiarezza vera“, ha assicurato Zuppi, rispondendo a chi chiede perché il report sugli abusi riguarderà solo il periodo dal 2000 al 2021 e non il periodo precedente. “Ci sembra molto più serio, per certi versi ci fa molto più male perché quel periodo ci coinvolge direttamente”. “Ci prenderemo le botte che dobbiamo prenderci, ci prenderemo le nostre responsabilità“, ha aggiunto.

Il report si soffermerà dunque sui casi dal 2000 al 2021. Ed ogni anno ne seguirà uno nuovo dedicato. Perché non dal 1945 in poi? "Perché è molto più serio così. A noi interessa affrontare le contraddizioni vere, le cose che conosciamo. Bisogna evitare il rischio di minimizzare ma anche di amplificare. Non vogliamo discutere, come visto in Francia. vogliamo prenderci le nostre responsabilità. E ce le siamo già prese" spiega Zuppi. E ancora: “Non c’è nessuna volontà di copertura, è solo un problema di serietà. Non abbiamo interesse a suonarcela e cantarcela da soli, vogliamo una chiarezza vera. Ci prenderemo le botte che dobbiamo prenderci, ci prenderemo le nostre responsabilità”. Ha poi spiegato Zuppi che nell'opera di contrasto agli abusi la Chiesa italiana prevede anche “l’accompagnamento degli abusatori. Siamo una madre, tuo figlio è sempre tuo figlio”.

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