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Addio alle feste patronali e tagli alle auto blu, le nuove misure anticrisi

Il Governo rispolvera l’idea di accorpare alcune festività per aumentare i giorni lavorativi e di conseguenza il Pil. Intanto il Ministro Cancellieri tenta di tagliare le auto blu concesse agli ex Ministri ma il Parlamento resiste.
A cura di Antonio Palma
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Addio alle feste patronali e tagli alle auto blu, le nuove misure anticrisi

Complice probabilmente anche l’allarme sulla crescita economica dato ieri dal Fmi, ma è tornata l’idea già avanzata dal governo Berlusconi di accorpare una serie di festività per diminuire i giorni festivi degli italiani, in modo tale da favorire la crescita del Pil. Già alcune settimane fa in effetti il sottosegretario Gianfranco Polillo aveva lanciato un’idea simile, parlando di un aumento del Pil di circa un punto percentuale se gli italiani avessero rinunciato ad una sola settimana di vacanze. In realtà non c’è ancora nulla di ufficiale, anche se secondo alcune indiscrezioni il Governo ne avrebbe già discusso ieri chiedendo di presentare ad alcuni Ministri un piano preciso in modo da poterne discutere già nel CdM di venerdì prossimo. Nessuno quindi è ancora in grado di fornire i dettagli, anche se sembra che ad essere cancellate sarebbero in primis le feste patronali, che andrebbero accorpate alla domenica, mentre dovrebbero essere sicuramente salve le festività previste nel concordato con la Chiesa, dubbi maggiori invece su cosa accadrebbe per le feste laiche come il 25 aprile o il 1 maggio.

Per Cancellieri 70 scortati a spese del Viminale sono troppi – Se questa ulteriore misura anticrisi andrebbe nuovamente a chiedere sacrifici agli italiani, il Governo però ne ha anche per la Casta.  Sembra infatti che il Ministero dell’interno attraverso la spending review voglia iniziare a tagliare alcune costi collaterali della politica, abolendo ad esempio svariate auto blu concesse ai parlamentari.  Tra deputati e senatori oggi gli scortati sono 70 tra cui anche alcuni ex Ministri del precedente governo che avevano ottenuto la scorta per gli incarichi che ricoprivano. Numero questo non più sostenibile per il Viminale che quindi ha chiesto a Camera e Senato di contribuire alla scorta fornendo auto e autisti mentre il Governo fornirebbe solo il personale armato. La questione però non è di facile soluzione in quanto Camera e Senato hanno già fatto sapere di non avere le risorse chieste, rimbalzando la questione ai partiti di appartenenza dei parlamentari sotto scorta, che neanche a dirlo lamentano di essere in difficoltà. A questo punto saranno i Prefetti a dover accertare la necessità delle scorte e eventualmente l'impossibilità per l'amministrazione interessate di poter far fronte alle spese, in questo caso il Ministro Cancellieri dovrà arrendersi perché  per forza di cosa il Ministero dell'Interno se ne dovrà fare carico con i relativi costi per i contribuenti.

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