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Addio al filosofo Gerardo Marotta: “Fu tra i primi a parlare di Stati Uniti d’Europa”

A 89 anni ci lascia uno dei grandi pensatori del nostro tempo, animato da un’autentica passione civile. Nel ricordo del regista Marcello Sannino, che alla figura di Marotta ha dedicato un film, “La seconda natura”, il ritratto di un uomo che aveva anticipato i tempi, prevedendo la necessità di investire sui giovani e sull’idea di Europa unita.
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Gerardo Marotta
Gerardo Marotta

La notizia sta facendo il giro del mondo. Ieri, infatti, a causa di un edema polmonare, è morto a 89 anni Gerardo Marotta. Avvocato, filosofo, grande personalità della storia italiana e napoletana, è stato il fondatore dell'Istituto Italiano per gli Studi Filosofici, accademia fondata nel 1975 con altre personalità di spicco della cultura italiana tra cui Elena Croce, figlia del filosofo Benedetto. Per anni il suo Istituto è stato un vero e proprio crocevia del pensiero di molti studiosi internazionali moderni e contemporanei di tutto il mondo, oltre che a un'avanguardia culturale per il mecenatismo nei confronti delle giovani generazioni.

Per sottolineare l'importanza di Marotta, che il prossimo aprile avrebbe compiuto 90 anni, val la pena riportare le parole che il grande filosofo Jaques Derrida usò in occasione del conferimento della laurea honoris causa in Filosofia all’Università di Paris-III Sourbonne-Nouvelle:

Un giorno gli si darà ragione e più che mai si capirà che, molto prima degli altri, ha visto lontano, in anticipo sui tempi.

Per capire il senso del ragionamento di Derrida su Gerardo Marotta, a Napoli per molti semplicemente "l'avvocato", è utile andare a ripescare tra le teche il bel film del regista Marcello Sannino che a questa enorme figura del pensiero e dell'azione sociale nel nostro Paese dedicò nel 2013 "La seconda natura", un documentario-ritratto di quest'umanista contemporaneo in lotta da mezzo secolo per la diffusione della cultura come mezzo necessario per l’affermazione della giustizia sociale.

"La seconda natura" del grande filosofo

Raggiunto al telefono, Sannino non nasconde la tristezza e la profonda commozione per la scomparsa dell'avvocato: "L'altro giorno, quando ho saputo che stava male, sono passato a trovarlo in clinica e mi è sembrato che le sue condizioni migliorassero. D'altro canto, lui per me è sempre stato l'uomo dalle mille vite, si è ripreso a tutto. Nel salutarmi, mi ha persino detto: ‘Ci vediamo presto, magari già domani'. Purtroppo non è andata così…"

Per realizzare il suo film, "La seconda natura" – menzione speciale al Torino film Festival del 2012 – il regista partenopeo ha dovuto letteralmente inseguire il grande filosofo per quasi cinque anni. Le riprese, infatti, sono iniziate nel 2008, concludendosi solo nel 2012: "Realizzare un film su di lui è stata un'impresa importante, ma difficile, altri registi ci avevano provato prima di me. Quando lo incontrai nel 2008 mi disse che per riuscirci avrei dovuto sacrificarmi molto, perché lui non poteva dedicarsi solo alle riprese, c'erano le sue altre mille battaglie quotidiane da portare avanti. E così ho fatto. Per capire fino in fondo cosa significhi l’opera dell’avvocato sono dovuto andare all’inizio di questa straordinaria storia, cominciare da lontano, dalla sua passione civile di gioventù, in un momento storico determinante per il nostro paese: il dopoguerra."

La vicenda dei libri e il mecenatismo per i giovani

Un uomo di mille battaglie, dunque, dagli anni Cinquanta ad oggi. Negli ultimi tempi, l'afflato civile dell'avvocato è stato segnato dalla vicenda del suo immenso patrimonio librario, donato alla città di Napoli, ma senza un luogo residente dove metterlo, passando per l'incessante attività all'Istituto per gli Studi Filosofici, che tra mille peripezie economiche è riuscito ad andare avanti grazie all'aiuto di suo figlio Massimiliano e dei tanti giovani che non lo hanno mai abbandonato. Un manipolo di giovani studiosi impegnati in campo culturale e sociale, segno del successo oggi della "visione" dell'avvocato: "Sin dal nostro primo incontro nel 2004 – ha continuato il filmaker campano – mi è parso evidente un fatto. Quando leggeva negli occhi di un giovane la passione vera per la cultura, si metteva a sua completa disposizione. Mettendosi subito all'opera per favorirla, per trovare gli strumenti adatti per incoraggiarla. Diventava tuo nonno, il tuo mentore, il tuo amico affettuoso. Faceva di tutto per sostenerti".

L'idea di un'Europa unita e federale

E infatti fino alla fine, la visione di una vita come atto di resistenza, non ha mai abbandonato "l'avvocato, portandolo a sacrificare la sua vita privata, il suo patrimonio familiare, in nome dello spirito pubblico, pensando in particolare alle generazioni future. Nel 1975 fondò l’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici – con sede a palazzo “Serra di Cassano”, dove si riunivano i martiri della Rivoluzione Napoletana del 1799 – grazie al quale ha distribuito migliaia di borse di studio a giovani di tutta Europa. "Peraltro – conclude Marcello Sannino – il pensatore Gerardo Marotta è stato tra i primi a capire e a intuire che l'Europa, così come era andata formandosi, era un'Istituzione incapace di rispondere adeguatamente ai bisogni dei cittadini. Motivo per cui fu tra i primi a parlare di Stati Uniti d'Europa. Tra gli anni Settanta e Ottanta, sosteneva già la necessità improcrastinabile di un'Europa federata, che unisse i cittadini e la cultura, non solo le monete e le merci".

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Scrittore, sceneggiatore, giornalista. Nato a Napoli nel 1979. Il suo ultimo romanzo è "Le creature" (Rizzoli). Collabora con diverse riviste e quotidiani, è redattore della trasmissione Zazà su Rai Radio 3.
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