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A un anno da accordo Ue-Turchia, depressione e tentati suicidi tra minori migranti in Grecia

La denuncia si trova in un rapporto di Save the Children: “Incidenti e atti di autolesionismo che coinvolgono bambini anche di 9 anni si stanno moltiplicando, e le madri scoprono spesso le ferite sulle loro mani quando li aiutano a lavarsi”.
A cura di Claudia Torrisi
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Migranti sbarcano sull'isola di Lesbo

A un anno dalla firma dell‘accordo tra Unione europea e Turchia sulla gestione dei flussi migratori e dalla chiusura della rotta balcanica, il bilancio è drammatico, specialmente per i minori. Tra i bambini rifugiati e migranti si registra un "aumento allarmante dei casi di autolesionismo e tentativo di suicidio, aggressività, ansia e depressione" dovuto al degrado delle condizioni sulle isole greche, dove sono trattenuti circa 13.200 richiedenti asilo. La denuncia si trova in un rapporto di Save the Children ("Tra autolesionismo e depressione – L’impatto devastante dell’accordo UE-Turchia sui bambini migranti e rifugiati") nel quale vengono descritte le condizioni in cui migliaia di famiglia e più di 5.000 bambini sono costretti a vivere a causa delle politiche europee, con gravi conseguenze in termini di salute anche mentale. "Incidenti e atti di autolesionismo che coinvolgono bambini anche di 9 anni si stanno moltiplicando, e le madri scoprono spesso le ferite sulle loro mani quando li aiutano a lavarsi. Alcuni bambini, anche di 12 anni, hanno tentato il suicidio generando anche un meccanismo di emulazione tra i loro coetanei", si legge nel rapporto, che sottolinea anche come ci sia stato un aumento di abuso di droghe e alcol "nel tentativo di sfuggire ad una realtà insostenibile"- vulnerabilità di cui spesso approfittano gli sfruttatori.

Quello a cui assistono questi bambini nei campi e nelle strutture di detenzione li cambia per sempre: vengono coinvolti in proteste violente, vedono persone morire, guardano tutto quello che hanno bruciare durante incendi, trascorrono l'inverno gelido all'aperto, o riparati da tende. Babak, un rifugiato che si trovava assieme al figlio di dodici sull’isola di Chios l’anno scorso quando un incendio ha distrutto parte del campo, ha raccontato di aver visto il ragazzino "cambiare radicalmente": "È terrorizzato, da quando il campo è bruciato non dorme più bene la notte e ha continui incubi, come me. Nessuno vivrebbe in queste condizioni, odio l’Europa e me stesso per tutto questo". La paura che i bambini possano subire violenze e abusi porta spesso le famiglie a tenere i figli tutto il giorno nelle tende, rinchiusi in campi circondati da filo spinato.

Spesso i minori vengono coinvolti in scontri e proteste, nelle quali spesso l'intevento della polizia raggiunge "un livello di violenza ingiustificato nei confronti dei migranti e rifugiati, compresi i bambini", si legge nel rapporto.

"Prima ci hanno portati al campo di Moria, dove c’erano sempre scontri con pietre e bastoni che terrorizzavano i bambini. Poi siamo stati trasferiti a Leros, ma anche qui la situazione è brutta, ci sono stati casi di abuso di bambini alcune settimane fa, ho paura per i miei figli", ha raccontato Beyar, fuggito dall’Iraq con la moglie e quattro figli. Molti minori soli, hanno rilevato gli operatori di Save the Children, "vivono in allarme continuo e fanno i turni per dormire cercando di proteggersi a vicenda"; altri sono scomparsi lasciando le isole grazie ai trafficanti o intraprendendo fughe solitarie.

Andreas Ring, Rappresentante di Save the Children in Grecia, ha denunciato come l'organizzazione stia rilevando un "preoccupante deterioramento delle condizioni di salute e benessere mentale e temiamo che bambini e adolescenti possano sviluppare problemi a lungo termine come depressione, ansia da separazione, angoscia e stress post-traumatico, o anche conseguenze a livello fisico come problemi cardiaci o diabete". Molti di questi bambini, ha aggiunto, "sono fuggiti da guerra o conflitti per finire in campi che chiamano ‘inferno’, dove si sentono più animali che uomini. Se le condizioni non miglioreranno, ci potremmo ritrovare con una generazione di bambini insensibili ad una violenza che considerano normale, ma se si agisce subito, come sottolineano gli esperti, siamo ancora in tempo perché possano riprendersi da questi orrori".

L'organizzazione ha chiesto al governo greco e all'Ue di intraprendere azioni immediate per porre fine alla detenzione illegale e ingiustificata dei migranti e rifugiati, decongestionare le isole trasferendo bambini e famiglie in contesti sicuri, creare strutture di accoglienza adatte per i 2.100 minori non accompagnati e trasferire quelli con problemi di salute mentale in strutture dove possano ricevere cure e assistenza specifiche.

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