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Terremoto, dopo le scosse cattedrali chiuse, chiese crollate, sacerdoti sfollati

Tolentino non ha più una chiesa aperta. A Macerata è inagibile la cattedrale. Alcune chiese di Norcia sono perse per sempre. Sacerdoti anziani portati via a spalle dalle case di riposo del clero.
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La cattedrale di Norcia prima del terremoto.
La cattedrale di Norcia prima del terremoto.

Cattedrali chiuse, chiese sbarrate, case di riposo per sacerdoti anziani sfollate. E’ questa la situazione nelle diocesi umbre e marchigiane colpite due giorni fa sera dal terremoto.

“Abbiamo chiese molto antiche e artistiche. Gli interventi fatti in passato, dopo altri terremoti, hanno limitato i crolli, ma non hanno impedito, per esempio, che alcune volte siano pericolanti, specialmente dopo queste ultime due scosse che sono state particolarmente forti” lo afferma monsignor Nazzareno Marconi, vescovo di Macerata-Tolentino-Recanati-Cingoli-Treia, che rimarca come, dopo il terremoto della scorsa estate, sono state chiuse e mai riaperte venti chiese, a cui si aggiungono quelle che non saranno riaperte dopo ieri. Off limits, tra l’altro, anche la cattedrale di Macerata e le chiese concattedrali a Treia e Tolentino. Quest’ultima città ha quasi tutte le chiese chiuse: non c’è più un luogo di culto disponibile nel centro storico. In via precauzionale, il vescovo ha chiesto ai suoi sacerdoti “di mantenere chiuse le chiese, celebrando le Messe solo in quelle che già prima i tecnici avevano ritenuto sicure, e a una prima ispezione di oggi non hanno mostrato danni” mentre “le grandi chiese monumentali sono tutte lesionate” e quindi non sarà più consentito l’accesso ai fedeli. E' stata anche sgomberata la casa del clero di Tolentino: i tanti sacerdoti anziani che vi sono ospitati sono stati divisi nelle parrocchie del territorio, dove confratelli dovranno occuparsi di loro.

Di “situazione drammatica” parla monsignor Francesco Giovanni Brugnaro, vescovo di Camerino-San Severino Marche, nella cui diocesi rientrano Ussita e Castelsantangelo sul Nera, epicentro delle violente scosse di terremoto di ieri. Il vescovo ha trascorso le ultime notti tra settecento sfollati facendo la spola tra le palestre dell’università e del Comune di Camerino, subito messe a disposizione della popolazione costretta a lasciare le proprie case.  “E’ caduto il tetto della chiesa di san Filippo, il campanile di santa Maria in Via, già lesionato è crollato, la cattedrale ha un’altra fessura, il palazzo vescovile è inagibile” racconta il presule. Scene apocalittiche nella casa del clero, che si trova sopra l’arcivescovado, con i sacerdoti più anziani “portati giù in spalla, a peso” in una palestra antisismica.

Monsignor Renato Boccardo, vescovo di Spoleto-Norcia  racconta che proprio nella città natale di san Benedetto, come anche nei paesini circostanti “già da agosto non c’erano chiese agibili”. A Norcia, in particolare, le funzioni religiose sono tuttora celebrate in una tensostruttura, nei paesi in saloni o altri luoghi pubblici. “Ora arriveranno altre tensostrutture, certamente non si prevede di riaprire una chiesa in tempi brevi, ci vorranno mesi” continua. La chiesa di san Salvatore a Campi di Norcia, che risale al XII secolo, è andata “distrutta, probabilmente in maniera irrecuperabile”; nell’abbazia di Sant’Eutizio è crollato il rosone, l’arco di accesso è gravemente danneggiato e il campanile pericolante; la chiesa di Santa Maria delle Grazie a Norcia ha il timpano della facciata crollato, come pure la chiesa della Madonna addolorata. Sono “luoghi cari alla sensibilità e alla fede della comunità locale – spiega ancora il vescovo – e il loro danneggiamento addolora in maniera particolare.”

Il cardinale Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia, nei minuti immediatamente successivi al sisma si era messo in contatto telefonico con gli arcivescovi Boccardo e Brugnaro. “Sono numerose le famiglie che hanno nuovamente la casa inagibile; avevano lasciato da poco le tende, mentre l’inverno è ormai alle porte. – ha ricordato il cardinale – Diverse chiese, gravemente lesionate dal sisma di due mesi fa, da ieri sera sono un cumulo di pietre”. L’inestimabile patrimonio storico-artistico dell’arcidiocesi di Spoleto-Norcia, infatti, è stato ulteriormente compromesso.

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