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“La bocciatura alle elementari è discriminatoria. Va vietata”: maestri e prof. si appellano al ministro Fedeli

Con una petizione ospitata sulla piattaforma Change.org e indirizzata al ministro dell’Istruzione Valeria Fedeli, alcuni docenti e pedagogisti italiani si oppongono alla reintroduzione della bocciatura alle scuole elementari, sostenendo sia discriminatoria e sottolineando che questi bambini non andrebbero respinti dalla scuola, ma aiutati a colmare le proprie difficoltà.
A cura di Charlotte Matteini
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Niente più bocciature per i bambini che frequentano la scuola elementare. La proposta è stata avanzata dal maestro Alex Corlazzoli tramite petizione popolare ospitata sulla piattaforma Change.org. Contenuta nella bozza di legge delega a cui il governo Renzi stava lavorando nel corso della scorsa estate, la norma che avrebbe soppresso la possibilità di bocciare i bambini delle elementari è stata eliminata a gennaio dal neo-ministro dell'Istruzione Valeria Fedeli, che ha preferito mantenerla e concedere il permesso di "non ammettere" i bambini alla classe successiva in casi eccezionali e comprovati. Il divieto di bocciatura era stato accolto favorevolmente da molti addetti ai lavori e anche dal ministro della Giustizia Andrea Orlando, che fino all'ultimo ha combattuto affinché questo divieto non venisse cancellato dalla legge delega. La petizione su Change.org al momento ha raggiunto oltre 700 sottoscrizioni, molte delle quali pervenute da personalità del mondo della scuola e della pedagogia italiana. Nel testo della petizione si legge:

“Non bocciare. A quelli che sembrano cretini dargli la scuola a tempo pieno. Agli svogliati basta dargli uno scopo”. Sono passati cinquant’anni da quando don Lorenzo Milani scriveva queste tre riforme della scuola in “Lettera ad una professoressa” ma nello schema di decreto legislativo recante “Norme sulla valutazione e certificazione delle competenze nel primo ciclo ed esami di Stato a norma dell’articolo 1, commi 180, 181 e 182, della legge 13 luglio 2015, n. 107” all’articolo tre è stata reintrodotta la bocciatura alla scuola primaria.

Dopo che autorevoli componenti della VII Commissione della Camera avevano annunciato la soppressione della bocciatura dalla scuola primaria, la ministra Valeria Fedeli ha voluto reintrodurre la norma precedente ovvero “i docenti della classe in sede di scrutinio, con decisione assunta all’unanimità, possono non ammettere l’alunno alla classe successiva solo in casi eccezionali e comprovati da specifica motivazione”.

I cosiddetti casi “eccezionali” solo nell’ultimo anno scolastico 2015/2016 sono stati 11.071 e nell’anno precedente 11.866.

I docenti e pedagogisti sostengono che i bambini bocciati alle scuole elementari sono per la maggior parte "figli di immigrati, ragazzi meridionali provenienti dalle famiglie più povere, bambini rom", bambini che andrebbero protetti e non puniti con una bocciatura in così tenera età. "La nostra scuola anche oggi perde il 15 % dei ragazzi", proseguono i sottoscrittori della petizione, sottolineando che "dietro questa percentuale noi vediamo i volti dei nostri bambini che non hanno certo bisogno di essere respinti ma di maggiori risorse umane, di insegnanti di sostegno formati, di educatori di strada, di una scuola più lenta, capace di ascoltare le esigenze di questi bambini, di captare le loro difficoltà e quelle delle loro famiglie".

Come insegnanti e pedagogisti respingiamo l’idea che la nostra scuola  dopo cinquant’anni non abbia ancora compreso che non può respingere nessuno alla primaria ma può solo far valere l’articolo 3 della nostra Costituzione anche per i bambini che sono cittadini alla pari dei “grandi”. E’ lo stesso don Milani ancora a ricordarci che “Se si perde loro (gli ultimi) la scuola non è più scuola. E’ un ospedale che cura i sani e respinge i malati” e che dobbiamo fare una sola cosa: “Richiamateli, insistete, ricominciate tutto da capo all’infinito a costo di passar per pazzi”.

Sottolineiamo altresì l’opportunità di non mantenere i voti in decimi, fonti di discriminazioni, indebiti confronti, demotivazione e effetti dannosi sull’autostima come gli stessi don Milani,  Mario Lodi e molti altri hanno speso una vita a dimostrare.

E’ per questo che ci appelliamo a lei, ministra, perché ascolti il parere di chi nella scuola vive da anni e conosce i bambini e tolga dallo schema di bozza delle norme sulla valutazione l’articolo tre così come citato.

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