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Fine vita, i Radicali: “Pronti ad aiutare i malati che vogliono morire”

I radicali Marco Cappato, Mina Welby e Gustavo Fraticelli: “Forniamo informazioni e, in alcuni casi anche assistenza logistica e finanziaria, alle persone che vogliono ottenere l’eutanasia. La nostra azione è un atto di disobbedienza civile nei confronti delle leggi esistenti”.
A cura di Davide Falcioni
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"Forniamo informazioni e, in alcuni casi anche assistenza logistica e finanziaria, alle persone che vogliono ottenere l’eutanasia, quando vi siano le condizioni previste dalla proposta di legge di iniziativa popolare del Comitato per l’eutanasia legale. La nostra azione è un atto di disobbedienza civile nei confronti delle leggi esistenti". A dirlo i radicali Marco Cappato, Mina Welby e Gustavo Fraticelli nel corso del convegno tenuto stamattina a Roma dall'Associazione Luca Coscioni e dall'associazione A Buon Diritto. I tre parlamentari hanno annunciato la costituzione di un'organizzazione di soccorso civile per l'Eutanasia, chiamata Sos Eutanasia.

I Radicali: "Disobbedienza civile finché il parlamento non affronterà la questione del fine vita"

"Vogliamo affermare – spiega il sito internet dedicato – la necessità di superare le discriminazioni nei confronti di pazienti affetti da malattie produttive di gravi sofferenze e inguaribili che chiedono l’assistenza medica a morire, ma la cui vita non dipende da un trattamento sanitario. Tali pazienti, in condizioni soggettive anche peggiori di quelle di altri malati la cui vita dipenda da macchinari o altri trattamenti, si trovano nella condizione di dover scegliere tra subire sofferenze insopportabili o ottenere l’eutanasia clandestinamente o all’estero, esponendo se stessi e le persone a loro vicine ad ogni tipo di violenza, errore, abuso, responsabilità giudiziaria, danno fisico ed economico". Secondo i fondatori di Sos Eutanasia "l’azione di disobbedienza civile proseguirà fino a quando il Parlamento italiano non calendarizzerà la proposta di legge di iniziativa popolare depositata a settembre 2013 e da allora mai discussa in Parlamento".

Fine vita: l'appello bipartisan di 40 parlamentari

In realtà in Parlamento qualcosa sembra muoversi e non è escluso che la questione nei prossimi giorni torni al centro del dibattito: 40 tra deputati e senatori – anche di opposti schieramenti – hanno sottoscritto un appello ai presidenti di Camera e Senato perché venga discussa la legge di iniziativa popolare sul "fine vita". Il primo firmatario è Luigi Manconi, ma tra le firme ci sono anche quelle – pesanti – di tre sottosegretari (Ilaria Borletti Buitoni, Ivan Scalfarotto e Benedetto Della Vedova). "Decidere della propria vita – spiega l'appello – comporta decidere anche di quella parte della vita che è l'approssimarsi della morte".

A stretto giro è arrivata la replica del Presidente della Camera Laura Boldrini, che ha inviato un messaggio all'associazione Luca Coscioni: "Sappiamo bene tutti quanto sia delicato un tema come il fine vita e quanto profonde siano le sue implicazioni di ordine, etico, religioso, morale. Ma la risposta a questa complessità non può continuare ad essere la scelta di non scegliere che lascia soli sia i cittadini, sia gli operatori del settore sanitario. Spero dunque che il nostro Parlamento voglia al più presto affrontare la questione".

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