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“Avvenire” appoggia Ius soli, i parroci si ribellano: “È politica, non lo distribuiremo nelle chiese”

A guidare la fronda è un sacerdote romano, appartenente alla diocesi guidata da papa Francesco, il quale appoggia pienamente l’integrazione dei migranti.
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A guidare una rivolta contro Avvenire, il quotidiano edito dalla Conferenza Episcopale Italiana, è un sacerdote di Roma, la diocesi alla cui guida c’è papa Francesco. Don Paolo Pizzuti, parroco di San Giuseppe da Copertino, tornato da poco da un mese e mezzo trascorso sul Cammino di Santiago, in Spagna, ha vietato la distribuzione del giornale cattolico nella sua chiesa. Il motivo? Una prima pagina a sostegno dello ius soli. Avvenire, infatti, sposa in pieno la linea del Papa e della Cei di appoggiare la proposta di legge che vorrebbe attribuire la cittadinanza a giovani stranieri che siano nati o risiedano in Italia da anni ed abbiano completato un ciclo di studi.

“Spiacente – ha affermato il parroco su Facebook – questo è fare politica, oggi niente distribuzione di avvenire in parrocchia” aggiungendo tre emoticon con faccine rosse dalla rabbia. “Non ho detto che non si distribuisce il giornale perché contrario alle mie idee – ha poi aggiunto svelando, però, quale fosse il suo pensiero – Non è compito di Avvenire intervenire cosi su questioni di diritto amministrativo. Qui non è in ballo un valore fondamentale.” Diversi altri sacerdoti si compiacciono per la sua scelta ed affermano che ne hanno seguito l’esempio. “Neanche io ho distribuito oggi, per lo stesso motivo” afferma don Emanuele; “è già da tempo che Avvenire finisce nella raccolta della carta” gli fa eco don Andrea.

I commenti al post sono quasi tutti a sostegno della decisione del parroco. Il portavoce nazionale di Generazione Famiglia, Filippo Savarese, pure attacca Avvenire, colpevole di fare “due pesi e due misure” perché “una pagina del genere sulle unioni civili non c'è stata. Libera scelta editoriale. Ma allora liberi tutti.” Allo stesso modo, c’è chi ricorda la tiepidezza del quotidiano nei confronti del Family Day, che pure mobilitò decine di migliaia di famiglie cattoliche. Mentre c’è chi parla di “linea di Avvenire completamente deviata”, i pochi che difendono la decisione del direttore del giornale, Marco Tarquinio, vengono subito messi a tacere.

Il fatto è che, nel mondo cattolico, i contrari alla legge sullo ius soli, fortemente voluta dal governo Gentiloni, sono tantissimi, probabilmente più dei favorevoli. Il motivo è presto detto: in genere i cattolici ritengono che ci possa essere una “sostituzione religiosa” nei prossimi decenni, con la “trasformazione” in italiani di centinaia di migliaia di musulmani. Questo in barba agli appelli a favore dell’integrazione lanciati sia dal Papa che dai vescovi italiani.

Intanto, il successivo post di don Pizzuti parla di amore e di accoglienza: “tanti auguri alla nostra comunità parrocchiale che oggi celebra il suo Santo Patrono. – scrive il sacerdote – San Giuseppe ci insegni a vivere sempre protesi a Dio e solleciti verso le necessità dei fratelli, lui che "allietava la vita fraterna" dei conventi dove ha dimorato, ci aiuti a vivere sempre nella comunione e nella perfetta letizia!” Una comunione da cui, secondo il sacerdote, devono presumibilmente essere esclusi i tanti migranti che aspettano il riconoscimento di quello che ritengono essere un diritto calpestato.

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