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Ambulanza-bomba a Kabul, i Talebani rivendicano. Emergency: “Un massacro”

Si tratterebbe di un autobomba secondo le prime testimonianze. Nella zona ci sono anche uffici ministeriali, del’UE e dell’Alto consiglio per la pace. Una settimana fa l’attacco all’Hotel Intercontinental.
A cura di Biagio Chiariello
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Sale a 95 il numero delle vittime e a 140 quello dei feriti dell'attentato sferrato  nella mattinata di sabato in centro a Kabul con un'autobomba. A quanto si apprende il luogo della deflagrazione è nei pressi di un’area affollata della capitale, a un checkpoint nei pressi della vecchia sede del ministero dell’Interno, dove sono accorse ambulanze e soccorritori. L'esplosione "è avvenuta vicino al vecchi edificio del ministero dell'Interno", ha poi fatto sapere il portavoce dello stesso ministero Nasrat Rahimi. Una colonna di fumo si è levata in cielo, proveniente dal luogo dell'esplosione. Si è trattato di un autobomba, secondo le prime testimonianze citate da Reuters.

Nell'area si trovano anche gli uffici dell'Unione europea e dell'Alto consiglio per la pace, oltre che un ospedale e numerosi negozi. Per questo l'area è altamente sorvegliata da agenti e soldati ma dalle prime notizie , pare che gli attentatori, per superare i controlli di sicurezza abbiano usato un'ambulanza imbottita di esplosivo.  Emergency parla di "oltre cinquanta feriti portati nelle loro strutture" e ulteriori in arrivo. "È un massacro", ha riferito su Twitter Dejan Panic, coordinatore di Emergency in Afghanistan. Poco dopo, i  talebani dell'Emirato islamico dell'Afghanistan hanno rivendicato l'attentato. La rivendicazione è stata inviata ai media via twitter dal portavoce del movimento, Zabihullah Mujahid.

Ancora sangue in Afghanistan. Una settimana fa l'attacco all'Hotel Intercontinental, sempre nella capitale, rivendicato dall'Isis, ha fatto 40 vittime, tra cui 15 stranieri (quattro americani, nove ucraini, un kazako e un cittadino tedesco). Quindi l'attentato agli uffici della ong internazionale ‘Save the Children' a Jalalabad City, nella provincia orientale afghana di Nangarhar. Il bilancio della strage è di undici morti (fra cui cinque militanti) e 24 feriti. Anche in questo caso lo stato Islamico si è preso la responsabilità dell'eccidio.

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