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Vertice di Bruxelles, ora X per l’Italia. Tensioni tra Berlusconi e Bossi sul nodo pensioni

Scade l’ultimatum posto dall’Europa all’Italia per presentare misure economiche credibili per superare la crisi economica. Ma il Presidente Berlusconi presenterà ai vertici dell’Eurozona soltanto una lettera di intenti, senza specificare quando adotterà il decreto sviluppo e la riforma delle pensioni.
A cura di Alessio Viscardi
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Vertice di Bruxelles, ora X per l'Italia. Tensioni tra Berlusconi e Bossi per le pensioni

Una lettera indirizzata all’Unione Europea e firmata Silvio Berlusconi, questa è la strategia scelta dal Premier italiano per sottolineare l’impegno preso dal Paese a ridurre il debito pubblico e contenere gli effetti della crisi economica internazionale. La speranza è che la missiva – soltanto per pura e ironica coincidenza ieri si è diffusa la notizia dell’ultima lettera del Rais Gheddafi a Berlusconi – sia sufficiente a rispondere all’ultimatum lanciato dalla Commissione Europea all’Italia per varare le riforme necessarie al rilancio dell’economia.

Missione difficile, visto il “clima ostile all’Italia” sottolineato proprio dal presidente Berlusconi durante il Consiglio dei Ministri conclusosi ieri con un nulla di fatto: mancato accordo sulle pensioni e nessuna decisione sul decreto sviluppo. Il vertice europeo di domani sarà il banco di prova per il Premier, che dovrà convincere i “comandanti in capo” Merkel e Sarkozy sulla bontà del calendario del pacchetto per il rilancio dell’economia italiana. Più dell’assenso della Commissione Europea, quello che terrorizza il Governo è la reazione dei mercati – che nella giornata di giovedì potrebbero far colare a picco Piazza Affari.

Nella missiva inviata ai vertici europei vengono messe a fuoco le due manovre economiche di agosto e settembre, nonché l’impegno costituzionale preso dall’Italia a raggiungere il pareggio di bilancio nel 2013. La grande incognita del gettito derivante dalla lotta all’evasione fiscale, che spaventa l’Europa per l’impossibilità di calcolarne l’entità, “si poggia su basi più che concrete” assicura il presidente Berlusconi nella missiva.

Focus anche sulla ripresa della crescita economica, nonostante il nulla di fatto sul decreto sviluppo. Il presidente conferma di voler procedere sulla strada di liberalizzazioni e privatizzazioni, nonché dismettendo parte del patrimonio pubblico. La riforma del mecato del lavoro verterà sulla sburocratizzazione delle attività imprenditoriali.

Ma è la riforma delle pensioni che mette a repentaglio la tenuta stessa del Governo. Lo scontro frontale è tra la Lega Nord di Umberto Bossi e le regioni di sopravvivenza economica del paese invocate dal presidente Berlusconi. Davanti alla Commissione Europea, il Premier si presenta con un compromesso poco incisivo dato il veto posto dal partito nordista a rivedere la politica delle pensioni di anzianità.

Fonti di palazzo confermano che il Cavaliere è convinto che Francia e Germania – il novello direttorio di tutta la zona Euro – non protesteranno per le risposte presentate dall’Italia, visto che un eventuale default del nostro Paese significherebbe il tracollo economico di tutto il continente. Ma sulle speranze di Silvio Berlusconi arrivano le durissime dichiarazioni di Umberto Bossi, che ai giornalisti ha dichiarato che il Governo potrebbe anche cadere. Molte voci vicine al Primo Ministro parlano di una crisi pilotata per arrivare alle elezioni a gennaio.

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