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Venezuela, Italia vuole elezioni libere. Guaidó: “Di Battista è ignorante, sento spesso Salvini”

Il presidente ad interim Guaidó, in un’intervista su ‘la Repubblica’ ha attaccato Di Battista: “Io questo signore non lo conosco, dice cose incomprensibili. Farne solo una questione di petrolio significa non conoscere le cose di cui si parla”. Il leader dell’opposizione ha invece affermato di tenere i contatti con Matteo Salvini.
A cura di Annalisa Cangemi
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Diciotto Paesi dell'Ue hanno già riconosciuto Juan Guaidó. il leader dell'opposizione che si è autoproclamato presidente in Venezuela, al posto di Nicolas Maduro, che secondo la comunità internazionale è stato eletto attraverso brogli elettorali. Dopo l'appello lanciato ieri dal presidente della Repubblica Mattarella, che ha invitato il governo ad allinearsi con gli altri partner, Palazzo Chigi in serata ha inviato una nota in cui spiega la posizione dell'Italia: "L'Italia appoggia il desiderio del popolo venezuelano di giungere nei tempi più rapidi a nuove elezioni presidenziali libere e trasparenti, attraverso un percorso pacifico e democratico, nel rispetto del principio di autodeterminazione". È quanto afferma una nota della presidenza del Consiglio spiegando che il nostro Paese "parteciperà attivamente ai lavori del gruppo di Contatto internazionale", guidato dall'Ue, che era stato annunciato già dall'Alto rappresentante Ue Federica Mogherini"È urgente intervenire subito per alleviare le sofferenze materiali della popolazione e per consentire l'immediato accesso agli aiuti umanitari. Va inoltre garantita la sicurezza dei cittadini astenendosi da ogni forma di violenza e va garantita la libera e pacifica manifestazione del dissenso e della protesta, senza alcuna forma di coercizione", ha fatto sapere Palazzo Chigi.

Il presidente del Parlamento Ue ha espresso preoccupazione: "L'Italia si isolando dal resto del mondo", ha detto Antonio Tajani a Circo Massimo, su Radio Capital. "Non vedo una posizione dell'Italia se non quella dell'Occidente – ha aggiunto – È una scelta di libertà, o con dittatori o con la libertà e l'Italia non può stare con i dittatori". Fino a oggi, ha detto Tajani, "il governo è stato con Maduro, tanto che lui ha ringraziato il governo italiano per il sostegno. Mi auguro che questa posizione, dopo le dichiarazioni del capo dello Stato, venga modificata. Ma fino a ieri non c'era una chiara posizione dell'Italia contro la dittatura di Maduro". Nel governo, secondo il vicepresidente di Forza Italia, dominerebbe la posizione del M5S, che continua a sostenere la linea della ‘non ingrerenza'. Mentre Matteo Salvini, intervenuto ieri sera a Quarta Repubblica, ha parlato di "figuraccia dell'Italia", spiegando che "c'è sostanzialmente una dittatura ma c'è una parte dei nostri alleati che dice che bisogna agire gradualmente. L'ultima cosa che voglio fare è un'ingerenza in una Paese straniero ma qui ci sono di mezzo i diritti umani".

Le posizioni di Lega e M5S sono esasperate anche dalle ultime dichiarazioni di Guaidó, pubblicate dal quotidiano ‘la Repubblica': "Io la posizione italiana proprio non la capisco. E soprattutto non capisco questa cosa qui". Il presidente ad interim si riferisce al post di Alessandro Di Battista, in cui il pentastellato ha spiegato le ragioni della posizione neutrale italiana di fronte alla crisi venezuelana. "Io questo signore non lo conosco – ha detto parlando di Di Battista – mi dicono che è un politico influente da voi? Beh dice cose incomprensibili, compara processi che non sono comparabili. Quello che sta succedendo qui è molto più profondo, complesso. Farne solo una questione di petrolio significa non conoscere le cose di cui si parla", ha detto Guiadó.

"Ma se vogliamo approfondire il tema dovremmo dire che il Venezuela negli ultimi dieci anni è stato il quarto Paese del mondo in termini di investimenti nel settore petrolifero. Più di noi solo Russia, Stati Uniti e Arabia Saudita. Però noi, oggi, estraiamo un milione di barili al giorno (un tempo erano otto), mentre Russia, America e Arabia Saudita, dieci. Non credo che serva un genio per capire che il regime si è rubato tutti i soldi destinati a migliorare l'industria petrolifera. Ecco, questo signore ignora cosa sta accadendo qui. Ma la sua ignoranza porta anche al disconoscimento della lotta di un popolo. Una lotta che oggi è riconosciuta da tutto il mondo, da 26 nazioni europee su 28, dai Paesi africani, in Oceania? Venisse qui a farsi un giro, a vedere qualche ospedale, o magari qualche città di frontiera, a Boa Vista, si facesse due chiacchiere con i parenti dei nostri prigionieri politici, dei nostri esiliati". Al contrario Guaidò ha riferito di avere parlato il vicepremier leghista Matteo Salvini. "In questi giorni sto parlando con molti italiani. Mi tengo in contatto con Salvini, e frequento gli italo venezuelani. Il mio stupore nei confronti della posizione dell'Italia è anche il loro – ha detto – non prendere posizione in un momento come questo per noi equivale a schierarsi con l'oppressore".

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