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Vaccini, ministra Grillo: “Morti di morbillo? Non puoi illudere la gente che non ci saranno”

La ministra della Salute, durante un’intervista sul Corriere della Sera risponde alla accuse dell’immunologo Burioni: “E’ una spiacevole strumentalizzazione sentirsi dire da un accademico che ‘verrò sbranata al primo morto di morbillo’. Non puoi illudere la gente che non morirà nessuno. Dobbiamo essere realisti”.
A cura di Annalisa Cangemi
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In un'intervista sul Corriere della Sera la ministra della Salute Giulia Grillo, ha pronunciato una frase poco rassicurante, che riaccende le polemiche sui vaccini, e sui rischi connessi allo slittamento dell'obbligo vaccinale al prossimo anno scolastico, il 2019-2020: "Non puoi illudere la gente che non morirà nessuno. Dobbiamo essere realisti".

La frase shock è stata pronunciata dalla ministra in risposta ad una domanda dell'intervistatore, il quale citava l'attacco del medico Roberto Burioni. L'immunologo puntava il dito contro l'assenza di vaccinazioni e contro i rischi connessi alla mancata profilassi, la cui responsabilità cadrà secondo lui sulla Grillo: "Al primo morto di morbillo lei verrà sbranata", questa la riflessione di Burioni.

"I toni di queste non sono degni di un Paese civile – ha commentato la Grillo – Io sono vicina a Burioni per l'aggressione subita. Non è degno augurare a un medico che la pensa diversamente di affogare, come non esiste prendersela con Bebe Vio che spero di incontrare a breve. Ma è anche una spiacevole strumentalizzazione sentirsi dire da un accademico che ‘verrò sbranata al primo morto di morbillo'. Non puoi illudere la gente che non morirà nessuno. Dobbiamo essere realisti", ha ribadito la ministra nell'intervista. Non suona certo come una rassicurazione sul fatto che il governo riuscirà a garantire la sicurezza dei cittadini.

Ma il morbillo è una malattia ancora molto diffusa, e i dati ci dicono che la copertura vaccinale per molte patologie non è ritenuta sufficiente. Per questo motivo il governo Gentiloni era intervenuto con una legge, che porta il nome dell'ex ministra della Salute Beatrice Lorenzin, che estendeva, per tutti i bambini che frequentano la scuola elementare e media nella fascia da 0 a 16 anni, le vaccinazioni obbligatorie da 4 a 10: difterite, tetano, polio, epatite B (che erano obbligatorie già prima), pertosse, emofilo di tipo B, morbillo, rosolia, parotite, varicella, obbligatoria solo per i nati dall'1 gennaio 2017.

La ratio dietro questa decisione dell'esecutivo è stata quella di tutelare anche i bambini immunodepressi, che non possono effettuare le vaccinazioni, ma che, per il cosiddetto ‘effetto gregge', possono beneficiare della protezione degli altri ragazzi vaccinati: meno si diffonde la malattia minore è il rischio che anche i soggetti più deboli possono contrarla. La legge Lorenzin, proprio perché impone appunto l'obbligo di vaccinazione alle famiglie, non piace al M5S e alla Lega, che invece spingono per portare i genitori dei piccoli verso una scelta consapevole.

"I bimbi non vaccinati tra i 6 e i 16 anni entravano a scuola anche a legge Lorenzin invariata. L'obbligo rimane per tutti e 10 i vaccini individuati dalla norma. Cambia la sanzione per materne e asili nido, perché riteniamo che la coercizione non possa essere l'unico strumento a disposizione di uno Stato per raggiungere le ultime sacche di contrari", ha spiegato Giulia Grillo.

"Raggiungere le soglie del cosiddetto effetto gregge – ha sottolienato – è determinante. Occorre però un monitoraggio sistematico, possibile solo con l'Anagrafe nazionale da me fortemente voluta. Questo perché le soglie sono diverse a seconda delle malattie e perché il recupero di copertura ottenuto lo scorso anno non ha intaccato le differenze territoriali". Il ministro ha detto di non voler cancellare la legge Lorenzin ma ha specificato che "da tempo l'Oms ha raccomandato ai Paesi membri di dotarsi di una strategia globale per contrastare la diffidenza verso le vaccinazioni. Tra le principali azioni di contrasto, il monitoraggio costante delle coperture e dei motivi delle mancate vaccinazioni e lo studio delle motivazioni alla base del comportamento dei soggetti esitanti. La frettolosa approvazione del decreto 73 ha invece, di fatto, trascurato queste raccomandazioni". Quanto alle voci contrarie all'interno del Movimento Cinque Stelle, come quella della senatrice Elena Fattori ha detto. "Non è una spaccatura sono sensibilità diverse su un argomento delicato. Siamo un movimento bello grosso". 

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