113 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

Vaccini, Fattori (M5S) contro lo slittamento dell’obbligo: “Da madre mi dissocio dai no-vax”

Scontro in Aula al Senato per l’approvazione dello slittamento del divieto di accesso alla scuola dell’infanzia per i bambini non vaccinati, contenuto nel decreto Milleproroghe.
A cura di Annalisa Cangemi
113 CONDIVISIONI
Immagine

Con 149 voti favorevoli è passato in Aula al Senato l'emendamento che fa slittare di un anno l'obbligo di presentare i certificati vaccinali per l'iscrizione alla scuola dell'infanzia e ai nidi. Quest'obbligo, che riguarda i bambini da zero a sei anni, è stato fatto slittare all'anno scolastico 2019-2020. I contrari sono 110. Un astenuto. Il voto finale del Senato al Milleproroghe, che contiene il rinvio dei vaccini, è atteso per lunedì quando il testo sarà licenziato per la Camera.

Ma una voce contraria si è levata dal coro del Movimento Cinque Stelle: è quella della senatrice del M5s Elena Fattori, che ha espresso il suo dissenso sull'emendamento al decreto Milleproroghe, votando in opposizione al suo gruppo. In Aula, dopo aver ricordato i bambini immunodepressi che oggi Iss ha definito "a rischio di esclusione scolastica", ha sottolineato: "rispetto la scelta del mio gruppo ma per storia personale, professionale e dolorosamente di madre non posso fare altro che dissociarmi dal mio gruppo e esprimere un indignato voto contrario". La sua decisione nasce dunque da un'esperienza personale: è sbagliato per la Fattori lasciare libere le famiglie, accettando le autocertificazioni.

Nei mesi scorsi aveva inviato una lettera alla ministra della Salute Giulia Grillo: "Auguri alla ministra Grillo che diventerà mamma – così cominciava il post della senatrice grillina – le auguro anche di poter vaccinare suo figlio come ha dichiarato. Perché non sempre questa volontà si può adempiere. Mio figlio Nicoló appena nato è stato ricoverato in terapia intensiva e, insieme a tanti bimbi fragili, almeno quelli che ce l'hanno fatta, è sopravvissuto alla sua prima infanzia grazie al fatto che non ha contratto malattie difficili. Non è andato al nido, non si poteva vaccinare, non sono stata libera di scegliere perché giravano malattie che dovrebbero essere scomparse e lui non ce l'avrebbe fatta".

Per le opposizioni questa decisione rischia di mettere a rischio la salute degli italiani. Dura anche l‘ex ministra della Salute Lorenzin, che aveva appunto introdotto l'obbligo delle vaccinazioni: "Di fatto hanno vinto i no-vax – ha sottolineato – e di fatto la legge sull'obbligo vaccinale per la frequenza della scuola è stata annullata: la conseguenza di ciò è ora il forte rischio di una diminuzione delle coperture vaccinali e di nuove epidemie per varie malattie".

Secondo il senatore dem Davide Faraone, questo voto è di una "inaudita gravità". Critico anche Lucio Malan di Forza Italia, secondo cui "rinviare di un anno l'obbligo di vaccino è una decisione molto pericolosa, che potrebbe avere un costo in vite umane". Sono inutili invece le polemiche per i senatori M5s della Commissione Sanità di Palazzo Madama, perché l'obbligo vaccinale non verrebbe intaccato: "Il dibattito a cui abbiamo assistito oggi in Aula è stato strumentale, a tratti inutile e ingiustificato. Dispiace che non si sia interpretato al meglio l'emendamento approvato con l'unico scopo di garantire ai bambini l'ingresso alle scuole materne e agli asili nido, in continuità con quanto già fatto per le scuole".

Bagarre in Aula per il presunto "Vaffa" della Taverna

Nel clima arroventato dell'Aula non è mancato lo scontro verbale: un presunto insulto pronunciato dalla vicepresidente del Senato, Paola Taverna, ha fatto infuriare le opposizioni. Il senatore di Forza Italia Massimo Mallegni l'ja accusata di aver concluso il suo intervento con un "vaffa": "Ha mandato tutti noi a quel Paese – ha protestato Mallegni rivolgendosi alla Presidenza – Questo atteggiamento in quest'Aula non è accettabile".

Alle richieste incalzanti di cacciare la Taverna la presidente Elisabetta Casellati ha risposto così: "Fuori mando soltanto io. Spero che il vicepresidente Taverna non abbia fatto questo, perché ha un ruolo istituzionale che non glielo consente". A quel punto ha chiesto l'aiuto della tecnologia, una sorta di Var d'Aula. "Quando finirà la seduta – ha poi aggiunto – siccome tutto quello che succede viene ripreso, vedremo il video e se è successo questo decideremo di conseguenza".

La presidente di Palazzo Madama aveva negato il voto a scrutinio segreto richiesto sull'emendamento. Il rifiuto è stato giustificato per motivi di regolamento: "Queste richieste devono essere fatte a tempo debito"

113 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views