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Unioni civili, è battaglia sul supercanguro. E il Senato rinvia il voto

Oggi si tornava il Aula per iniziare il voto sugli emendamenti al ddl Cirinnà: in discussione il supercanguro Marcucci (PD) che taglierebbe migliaia di emendamenti e farebbe saltare l’ostruzionismo dell’opposizione. Dopo le polemiche però, il Senato ha deciso di rinviare la discussione a domani.
A cura di Redazione
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Ore 19:15 – Seduta aggiornata, non c'è accordo sul supercanguro. Il Senato ha approvato la proposta di sospensione avanzata da Roberto Calderoli: la seduta è stata aggiornata a domani. Insomma, anche per oggi, un nulla di fatto.

Ore 18:35 – Anche il Movimento 5 Stelle, tramite Alberto Airola, parla dell'utilizzo del supercanguro sul ddl Cirinnà e anticipa la propria contrarietà: "È un metodo antidemocratico, io ci penserei bene prima di usarlo. Ora non potete dire che siete nelle mani del Movimento 5 Stelle, perché questo è un Parlamento che non si assume le sue responsabilità e gioca sulla pelle delle persone. Andiamo avanti con 500 emendamenti, votiamo in maniera palese, e una volta per tutte abbiate il coraggio di dire ‘frocio, i diritti non li avrai'".

Ore 18:10 – Si discute ancora del supercanguro, ovvero l'emendamento firmato dal senatore Marcucci (Partito Democratico), che farebbe decadere gran parte delle proposte emendative presentate. Netta la contrarietà dei centristi e della Lega Nord rispetto alla norma premissiva, che di fatto taglierebbe la discussione, pur consentendo l'analisi e il voto sui diversi articoli della legge (come ovvio, del resto). Resta ancora in campo l'ipotesi dello spacchettamento dell'emendamento Marcucci, anche se si registra la contrarietà del PD: a decidere sarà il Presidente Grasso.

In Aula, intanto, urla e confusione:

Ore 17:00 – Comincia il dibattito in Aula, dopo le comunicazioni di Grasso sulle nuove "modalità di voto" (che comprendono anche la sospensione della diaria per i senatori assenti a parte delle votazioni). Numerosi gli interventi polemici sull'ordine dei lavori, con il leghista Centinaio che ha nuovamente chiesto alla maggioranza di ritirare l'emendamento Marcucci, il supercanguro, in cambio del ritiro di gran parte degli emendamenti presentati dalla Lega Nord.

Durissima la presa di posizione di Quagliariello, Schifani e Romani, che hanno vibrantemente protestato con la presidenza, ripetendo la necessità di una discussione nel merito del provvedimento e contestando duramente la scelta di sostenere un emendamento premissivo, che in pratica renderebbe nulle tutte le altre modifiche soppressive.

Oggi è il primo dei giorni decisivi per il ddl Cirinnà, con il via al Senato del voto degli emendamenti al testo sulle unioni civili. Si parte dal "super canguro", la maxi proposta di modifica a firma del senatore dem Andrea Marcucci che, se approvata, spazzerebbe via buona parte degli emendamenti depositati al testo. All'appuntamento il Partito democratico arriva senza ancora un'intesa sui nodi critici del ddl: ieri una riunione tra il capogruppo al Senato Luigi Zanda, esponenti dell'ala cattolica del partito e il ministro delle Riforme Maria Elena Boschi si è chiusa con un nulla di fatto, e in un'atmosfera piuttosto tesa. "È stata una riunione molto interessante e lunga, abbiamo approfondito questioni molto delicate. Ma non è ancora stato definito un punto di sintesi, e i lavori proseguiranno tra stasera e domani mattina", ha detto al termine  Zanda. E questa mattina si ritenterà ancora, con nuovi incontri per definire, contarsi e provare a trovare un'intesa, in vista dell'inizio della seduta, previsto per le 16 e 30.

Il clima, resta comunque tesissimo:

Il primo voto sarà proprio sul "canguro", emendamento su cui persiste il rischio "spacchettamento". Il capogruppo del Nuovo centrodestra Renato Schifani ha fatto sapere che chiederà il pronunciamento per articoli separati, un modo per conservarsi la possibilità stralcio per l'articolo 5 – quello sulla stepchild adoption – del ddl Cirinnà o quella di esprimersi su eventuali modifiche, come l'affido rafforzato. Su quest'eventualità il governo si è sempre espresso in maniera contraria. Il "canguro" non piace neanche all'ala cattolica del Pd, che non vuole essere costretta a votare tutto insieme e insiste per la "libertà di coscienza" sulla stepchild: la soluzione sarebbe quindi dividere l'emendamento almeno in due parti. Secondo quanto scrive il Corriere della Sera, alla fine la libertà di coscienza potrebbe essere concessa proprio per il voto palese sul maxi emendamento. Infine, la modifica depositata da Marcucci è anche al centro del patto – oramai parrebbe completamente saltato – dei dem con la Lega Nord, che aveva promesso, in caso di ritiro del "canguro", la caduta del 90% delle migliaia di modifiche presentate. "Siamo pronti a cancellare 4500 emendamenti ma il Pd vuole il canguro", ha commentato il senatore Gianmarco Centinaio.

Nel Partito democratico, dunque, continua il "muro contro muro", mentre le opposizioni cercano nuovi ostacoli in cui far cadere il disegno di legge a firma di Monica Cirinnà. Le ultime ore saranno decisive, poi si va al voto in una seduta che, come ha dichiarato ieri Zanda, "è molto importante perchè influenzerà l'andamento dei lavori".

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