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Caos a Torino in Piazza San Carlo

Torino, il sindaco Chiara Appendino a processo per i fatti di Piazza San Carlo del 3 giugno

Si procede per i reati di disastro, lesioni e omicidio colposo. L’indagine riguarda le modalità con cui fu organizzato e gestito l’evento di piazza. Con il primo cittadino, deve essere processato anche l’ex questore Angelo Sanna. Nella calca rimasero ferite 1.526 persone e una donna perse la vita.
A cura di Biagio Chiariello
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C’è un nuovo importante capitolo nell’inchiesta sulla tragedia di piazza San Carlo, avvenuta la notte del 3 giugno 2017 durante la proiezione della finale di Champions League Juventus-Real Madrid: il sindaco di Torino, Chiara Appendino, deve andare a processo. Questa, in sintesi, la richiesta inviata al gip  dal pm Antonio Rinaudo che con il collega Vincenzo Pacileo coordina l'inchiesta sul drammatico incidente durante il quale rimasero ferite oltre millecinquecento persone e una donna perse la vita. Si procede per i reati di omicidio, lesioni e disastro colposi. Con la prima cittadina devono essere processati, secondo l'accusa, anche gli altri 14 indagati, tra cui l'ex questore Angelo Sanna. Coinvolti anche dirigenti e funzionari di Comune e questura, oltre agli organismi di vigilanza: la commissione coordinata dalla prefettura che ha dato il nullaosta alla serata e il dirigente dei Vigili del fuoco in servizio.

I fatti del 3 giugno 2017 a Piazza San Carlo, le accuse

L'indagine riguarda le modalità con cui fu organizzato e gestito l'evento di piazza. All’epoca la Appendino aveva ancora le deleghe agli eventi e alla sicurezza e in virtù di questo incarico avrebbe dovuto – ad esempio – firmare le ordinanze anti vetro e disporre controlli rigidi contro i venditori abusivi. Sanna invece avrebbe dovuto invece impedire una manifestazione senza i requisiti minimi di sicurezza. Alla fine, 1526 feriti e un morto: Erika Pioletti, 38 anni, schiacciata dalla folla in fuga. La accuse sono corroborate dalla perizia dell’architetto Mauro Esposito di Caselle secondo cui “non si comprende il motivo per cui si è scelto di chiudere piazza San Carlo essendo l’area già confinata ai presidii di ingresso”. Una situazione aggravata “dalla totale assenza di personale in grado di rimuoverle per rendere fruibili le vie d’uscita unita alla totale assenza di istruzioni vocali di emergenza lasciando la folla comportarsi in modo irrazionale”. Non solo: “Tutto il personale avrebbe dovuto essere adeguatamente informato sui rischi e sul comportamento da adottare in caso di emergenza. Prescrizione totalmente trascurata”. Non è ancora fissata la data dell’udienza preliminare che in tutta probabilità si svolgerà  a porte chiuse, a settembre.

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