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Tobias e Ian, i due italiani arrestati in Thailandia: “Finiti in cella per ignoranza”

I due ragazzi arrestati per aver strappato bandiere nella località turistica di Krabi si scusano: “Siamo pentiti, bere fa fare cose stupide”.
A cura di Susanna Picone
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Tobias Gamper ha 20 anni, il suo amico Ian Gerstgrasser ne ha appena 18 anni. Sono i due giovani italiani che insieme, dalle colline del Sudtirolo di lingua tedesca, sono sbarcati nella turistica Krabi, in Thailandia. E lì sono finiti in cella per aver staccato e gettato a terra cinque bandiere della Thailandia mentre le telecamere riprendevano tutto. Per il reato, la pena inflitta dal giudice è stata di 7 mesi di carcere, ma commutabili in una cauzione di 100 euro a testa. Nei prossimi giorni saranno consegnati alla polizia dell'Immigrazione e trasferiti nella capitale, dove rimarranno in cella fino al momento dell'espulsione dal Paese. I due giovani, dopo aver compiuto il loro reato, hanno tentato di scusarsi dicendo che erano ubriachi e che non sapevano quanto i thailandesi ci tenessero alla loro bandiera. E al quotidiano Repubblica i due ragazzi hanno spiegato ancor meglio quanto accaduto. Tobias e Ian hanno raccontato si essere arrivati a Krabi dopo una notte a Bangkok e di essersi messi nei guai “dopo una sbronza”. Finiti in un locale, hanno detto di essere stati cacciati in malo modo (“loro dicevano che avevamo dato fastidio a una ragazza ma non è vero”), ma che erano ubriachi e che, tornando a piedi verso l’albergo hanno visto le bandiere.

Le bandiere thailandesi strappate tornando di notte in albergo – “Ian era rimasto male e si era innervosito perché era caduto a terra dopo lo spintone, ci sembrava un'ingiustizia. Tornando a piedi verso l'albergo abbiamo visto le bandiere appese una dopo l'altra. Sembrava un hotel, non so. Era tardi, non c'era nessuno…. Ne ho staccata una senza neanche pensarci troppo, avevo in testa una piccola vendetta”, ha raccontato Tobias, poi imitato dall’amico che ha staccato altre quattro bandiere. “So che tanti thai sono arrabbiati, ma chiedo scusa: amo la Thailandia, non sapevo dell'importanza che ha per loro la bandiera”, ha quindi detto il giovane che ha ammesso di ignorare “cose politiche e culturali” del Paese e di non sapere delle rigide regole di comportamento adottate dopo la morte del re. “Avevamo fatto un po' di strada quando ci hanno fermato delle persone e riportato in quel posto e mostrato il video. Abbiamo ammesso che eravamo stati noi, si sono molto arrabbiati ma ci hanno lasciato andare e sembrava tutto finito”, hanno quindi raccontato i due italiani che però successivamente sono stati raggiunti in albergo dalla polizia. “Da quel giorno siamo in cella. Abbiamo sete e fame, ma ce lo siamo meritato, e adesso vogliamo solo tornare a casa. La prego, scriva che ci scusiamo, che siamo pentiti. Bere fa fare delle cose stupide”, hanno detto ancora nel corso dell'intervista.

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